Addio Daniele, colonna del paese

I paesi di provincia, fino a qualche anno fa, avevano una caratteristica che li accomunava tutti. Nessuno era estraneo: le fisionomie, le figure, i visi e i volti, erano parte della quotidianità di tutte e di tutti. In realtà, con il trascorrere degli anni, anche in questo senso, fisiologicamente, qualcosa è cambiato e per una serie infinita di motivi i punti di riferimento conosciuti dagli adulti, considerati alla stregua di familiari, si sono modificati. Fatalmente le nuove generazioni hanno preso il posto di chi è nato prima di loro e a propria volta stanno costruendo la rete sociale che li accompagnerà fino all’età adulta.

E’ la logica delle cose, “è una ruota che gira” direbbero gli abitanti più grandicelli di ogni paese della nostra provincia, ma in questa logica, tanto realista, quanto triste, quando in un piccolo paese di provincia qualcuno passa a miglior vita, la comunità è presa da un dolore che è fatto di impotenza, di ineluttabilità nei confronti del tempo che passa e che toglie, uno ad uno, quei punti di riferimento che, a vario titolo, hanno scandito la quotidianità di ogni santo giorno che il Padreterno, per chi crede, o le dinamiche della natura per tutti gli altri, ha concesso a chi ancora quella quotidianità la vive.

Tutto questo ragionamento per annunciare, salutare, accompagnare nell’ultimo viaggio terreno, Daniele Barbini, un uomo che a Stienta, per 82 anni, è stato uno dei punti di riferimento della comunità. Un uomo che a Stienta è cresciuto, ha lavorato, tanto, tantissimo, nel suo negozio di macelleria, un uomo che ha vissuto pienamente il proprio paese, un marito, un papà, un nonno, come tanti altri, certo, ma con le proprie peculiarità, uniche, né migliori, né peggiori, ma uniche, rispetto a tutti gli altri.

Daniele Barbini era una persona tranquilla, innamorato della propria famiglia, era una figura conosciuta e riconoscibile nell’incedere dei giorni, nella cortesia che usava nell’esercizio del suo lavoro, giustamente orgoglioso delle sue abilità, che spesso metteva a servizio delle realtà che nel suo negozio trovavano la soluzione ideale per qualsiasi necessità, dalla fornitura ai diversi comitati che organizzavano la fiera per la serata dell’ospitalità stientese alla salsiccia che metteva a disposizione della Polisportiva Stientese, dall’attenzione per le attività della parrocchia a quella dei compaesani che a lui si rivolgevano.

La porta del negozio era sempre aperta a qualsiasi richiesta giungesse per valorizzare iniziative a servizio della comunità locale. Insomma, per il paese una persona disponibile, e quel carattere silenzioso, che a volte lo portava a schermirsi e a ritrarsi rispetto, ad esempio, ai dovuti ringraziamenti, lo ha caratterizzato anche nel rapporto con una famiglia che adorava, proteggeva e sosteneva. Voleva morire a casa, e così è stato. Domenica scorsa, poco dopo le 16, Daniele è spirato tra le cure amorevoli della moglie Bruna, della figlia Lara, della sorella Daniela e del nipote Mattia. Aveva chiesto loro di accompagnarlo in piazza il giorno di Natale, non ce l’ha fatta, così come non riuscirà, fisicamente a festeggiare proprio domani, il suo 83esimo compleanno, nel giorno in cui sarà accompagnato per l’ultimo viaggio terreno dall’intera comunità.

Le esequie quindi mercoledì pomeriggio, alle 15 nella parrocchiale dedicata a Santo Stefano, Lara, l’unica figlia, ci consegna il ricordo di Daniele che, umilmente, vogliamo lasciare alle cittadine e ai cittadini di Stienta che, certamente, non lo dimenticheranno: “Ha lottato come un leone per sei lunghi anni, con dignità, con tutta la forza che aveva, senza lamentarsi mai. E’ stato la nostra roccia quando stava bene, lo è stato anche nell’affrontare la malattia. Ora riposerà sereno, sono certa che ci proteggerà da lassù e continuerà a proteggere Mattia, che lui amava sopra ogni cosa”.