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Padova vuole toglierci l'archivio di Stato

Già in allerta il direttore, il prefetto, il sindaco di Rovigo e il presidente della Provincia

Padova vuole toglierci l'archivio di Stato

Una notizia che colpisce coma una pugnalata. Anzi, due. Perché l’Agenzia del Demanio ha comunicato l’intenzione di trasferire l’Archivio di Stato di Rovigo a Padova. Sfruttando una parte delle strutture dell’aeroporto Allegri di Padova che, nelle intenzioni, dovrebbe raccogliere anche altre raccolte archivistiche, come quella di Mestre, che secondo quanto era stato annunciato anni fa, sotto l’amministrazione Gaffeo, sarebbe dovuta arrivare proprio a Rovigo nella nuova “Cittadella storico-archivistica-erariale”, il progetto da 35 milioni per far rinascere l’ex Caserma Silvestri.

Proprio per questo, allora, era stata sbarrata la strada all’ipotesi del trasferimento del Tribunale, nella vicina ex caserma. E proprio questa è la seconda coltellata.

Perché non solo non arriverà l’Archivio di Stato di Mestre. Perché non solo si pensa allo “scippo” dell’Archivio di Stato di Rovigo da Palazzo Sichirollo. Ma, a questo punto, è tutto l’ambizioso e atteso progetto per il complesso che fino al 31 dicembre 2012 ha ospitato il 5° Reggimento artiglieria controaerei “Pescara", formalmente dismessa dal Ministero della Difesa nel marzo 2015, passando quindi all’articolazione regionale dell’Agenzia del Demanio, che rischia di saltare per aria.

Un progetto, elaborato nell’ormai lontano 2016, che prevedeva di riconvertire gli oltre 12mila metri quadrati coperti, tettorie comprese e i 23mila di area scoperta adibita a verde, parcheggio, area di manovra e campi da tennis, nella nuova sede di Agenzia delle entrate, del Catasto, dell'Archivio notarile e dell'Archivio di Stato, sia di Rovigo, che di veneziano, risparmiando con i relativi affitti.

Al momento, l’addio del progetto dell’ex Silvestri e il trasferimento a Padova dell’Archivio di Stato di Rovigo, rappresenta solo un’ipotesi di lavoro e, visti i tempi dell’Agenzia del Demanio, che in un decennio anni all’ex Silvestri è riuscita solo ad abbattere degli alberi, si può ben prevedere che non si tratti di una prospettiva a distanza ravvicinata.

Ma il disegno è comunque raggelante. Perché per Rovigo, perdere anche l’Archivio di Stato, segnerebbe un ulteriore pesantissimo declassamento. E, ancora una volta, il capoluogo polesano, si troverebbe a dover accettare decisioni sul proprio futuro prese da chi a malapena sa dove sia Rovigo. Una città che, è inutile negarlo, soffre dal punto di vista demografico ed economico e che, con l’eventuale trasferimento dell’Archivio di Stato, riceverebbe un ulteriore pesantissimo schiaffo. La conferma che qualcuno vuole questa provincia condannata all’irrilevanza.

Non è un caso che per fronteggiare questa ipotesi si siano già mosse le istituzioni cittadine: oltre alla direttrice dell’Archivio stesso, Irene Volpin, il prefetto Franca Tancredi, il sindaco Valeria Cittadin e il presidente della Provincia Enrico Ferrarese.

Perché in gioco non c’è solo la presenza in città di un luogo identitario, di storia, di memoria e di cultura, ma anche la fruizione degli archivi storici dei Comuni, della Provincia, dei Consorzi di bonifica, della Camera di commercio. Per sollecitare una fiera risposta ai tentativi “demaniali” si può ben citare Dante: Rovigo, “qui si parrà la tua nobilitate”.

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