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Cartiere: "Tagli su base volontaria"

“Il mercato non è più in grado di assorbire la capacità produttiva di due stabilimenti”

Cartiere: "Tagli su base volontaria"

La chiusura del sito di Loreo è resa necessaria dalla crisi del settore, ma nessun licenziamento, se non “accompagnamenti” o cosiddetti “scivoli”, sono previsti da parte delle Cartiere del Polesine. L’azienda adriese ci tiene a ridimensionare l’allarme lanciato nei giorni scorsi e a chiarire le ragioni industriali delle scelte in corso e per escludere scenari di emergenza occupazionale.

Dal primo gennaio 2026 verranno sospese le attività produttive nello stabilimento di Loreo, una decisione definita dalla direzione dell’azienda “estremamente difficile”, maturata dopo un’analisi approfondita dell’evoluzione del mercato e delle condizioni strutturali dell’impianto.

Secondo l’azienda, il settore della carta riciclata per il packaging è attraversato da cambiamenti profondi e duraturi che rendono non più sostenibile la prosecuzione delle attività nel sito polesano.

A entrare nel merito è Enrico Scantamburlo, consigliere di amministrazione dell’azienda. “Il mercato non è più in grado di assorbire la capacità produttiva di due stabilimenti. Il sito di Loreo è in fase di dismissione da oltre vent’anni. In questi anni il mercato ci ha consentito di lavorare, ma oggi costi energetici, concorrenza e crisi economica globale non lo permettono più”.

La riorganizzazione prevede il concentramento delle attività nello stabilimento di Adria e il confronto con i sindacati.

Tuttavia, “si parla di uscite su base volontaria, i cosiddetti “scivoli”, con incentivi all’esodo e accompagnamento dei lavoratori più vicini alla pensione - spiega Scantamburlo - Nessuno viene mandato a casa contro la propria volontà”. Le persone coinvolte sarebbero 22, individuate sulla base di esigenze di efficienza produttiva. L’azienda respinge l’ipotesi di una crisi strutturale: “Non è un momento roseo - ammette Scantamburlo - ma non c’è nessuna crisi”. Al contrario, sono in programma investimenti significativi, tra cui un impianto fotovoltaico da circa 20 milioni di euro e nuovi macchinari per diversi milioni.

Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Adria Massimo Barbujani che ha confermato di aver seguito da vicino la situazione: “Dei 52 lavoratori di Loreo, 30 verranno trasferiti ad Adria. Per gli altri 22 si parla di percorsi di uscita volontaria. Non c’è nessuno che rimane indietro”. Il sindaco richiama le difficoltà del settore e l’aumento dei costi energetici, sottolineando che Loreo è il sito più oneroso da mantenere.

L’azienda elenca anche le criticità strutturali: dalla sovrapproduzione del mercato europeo e mondiale delle carte riciclate alla carenza di portafoglio ordini, fino alla inefficienza energetica dello stabilimento, aggravata dallo shock del 2022. Pesano inoltre i limiti tecnico-produttivi delle macchine e la vetustà del fabbricato, che richiederebbe investimenti non sostenibili.

Tuttavia l’azienda ci tiene a gettare acqua sul fuoco di questi giorni. “Si è creato troppo allarmismo, con notizie fuorvianti", conclude Scantamburlo, ribadendo il legame con il territorio e con i dipendenti: “Le persone che da anni lavorano con noi sono considerate parte della famiglia”.

Resta infine la posizione del Partito Democratico di Adria, che ha espresso preoccupazione per i lavoratori e criticato la tempistica dell’annuncio, chiedendo un confronto istituzionale più ampio. “E’ ora di smettere di fare allarmismo sociale superando i confini dei fatti e delle decisioni effettivamente in campo”, replica Barbujani.

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