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"La gente paga le colpe del Comune"

Caso Piscina, nuove accuse contro l'amministrazione

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Non si placano le polemiche attorno alla decisione del consiglio comunale di autorizzare il pagamento di 300mila euro per chiudere il contenzioso con il fallimento Adrianuoto. A sollevare nuovi interrogativi è, oltre al Pd adriese, anche Ibc, che accusa la giunta di aver “scaricato le responsabilità” sui consiglieri di maggioranza, chiamati ora a rispondere in prima persona dell’operazione.

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Secondo Ibc, la copertura finanziaria era già stata individuata nella precedente variazione di bilancio, motivo per cui la giunta avrebbe potuto procedere autonomamente. La scelta di passare invece dal consiglio viene interpretata come una manovra per redistribuire il rischio di eventuali irregolarità procedurali o dell’impossibilità per il Comune di rivalersi su terzi dopo la conciliazione. “Se dovessero emergere criticità - si legge nella nota - i consiglieri che hanno votato a favore potrebbero essere chiamati a rifondere fino a 30mila euro a testa”.

Il Movimento critica inoltre il mancato recepimento della richiesta di trasmettere autonomamente gli atti alla Corte dei Conti per una valutazione preventiva, definendolo “un aggravante” che espone l’ente al rischio di perdere definitivamente le somme versate. Ibc evidenzia anche un cambio di prospettiva istituzionale: ora non solo Adrianuoto, dichiarata fallita dopo il mancato riconoscimento dei pagamenti da parte del Comune, ma anche il Comune stesso sarebbe “parte lesa”. Secondo il movimento, l’amministrazione dell’epoca avrebbe potuto chiudere il contenzioso con un esborso minore, tutelando al tempo stesso la società sportiva. Non manca, nella nota, una stoccata agli attuali amministratori: molti di coloro che sedevano in giunta allora siedono in giunta anche oggi.

“Gli stessi che hanno avuto l’astuzia di farsi autorizzare dai propri consiglieri per transare, liberandosi da ogni responsabilità”. Particolarmente critico il passaggio dedicato al sindaco Massimo Barbujani, che avrebbe partecipato al dibattito e votato la delibera. Una presenza definita dal movimento come un “conflitto di interessi” che avrebbe contribuito a orientare il voto della maggioranza. “La decisione - afferma Ibc - mette le mani nelle tasche di tutti gli adriesi, dai neonati ai centenari, con un costo equivalente a 15 euro per cittadino, per evitare che a pagare siano coloro che hanno avuto responsabilità dirette nella vicenda”. I consiglieri di Impegno per il Bene Comune, insieme al resto delle minoranze, non hanno partecipato al voto, ribadendo la loro contrarietà all’operazione e contestando la narrativa del “male minore” proposta dalla maggioranza.

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