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Addio al "faro" del Conservatorio

Grande uomo di cultura e persona speciale

In tanti, tantissimi studenti, amici, accademici, hanno voluto dare l’ultimo saluto a Raffaele Deluca, maestro e bibliotecario del Conservatorio Venezze di Rovigo, che se n’è andato improvvisamente a soli 53 anni nella sua casa di Milano, mentre affetti e lavoro dimoravano anche a Rovigo, sua città di adozione.

Deluca era “un genio”, un “uomo di grande cultura”, come lo hanno definito in molti, ma anche un uomo di grande energia. Ancora sconvolti e in lacrime, studenti, accademici e amici, hanno voluto tributare l’ultimo saluto all’artista e direttore di orchestra, che era dotato di grande carisma. Tra i banchi la figlia Sarah e la sua compagna, Giorgia Bisio, docente e responsabile di plesso della scuola secondaria Venezze di Rovigo. C’era anche, con la fascia tricolore, il vicesindaco Andrea Bimbatti e il direttore del conservatorio Stefano Romani.

Tra le navate della chiesa principale di Rovigo, musiche di Bach e di Chopin, autori che Deluca amava. Lo shock per la morte improvvisa del maestro ancora palpabile, un dolore che si ripercuoterà sicuramente in tutto l’ente e tra chi lo amava e lo stimava, ancora di più nelle prossime settimane. Tantissimi, in questi giorni, gli attestati di stima e di affetto tra le centinaia di persone che avevano avuto modo di apprezzarlo in città. Un amico ha sintetizzato la sua forza artistica e culturale con una sola frase: “Una cena insieme a te valeva come 30 lezioni in conservatorio”.

E ancora il direttore del Conservatorio di Rovigo Stefano Romani nei giorni scorsi ha sottolineato: “La sua possente figura era ben poco a confronto del suo meraviglioso sorriso e della grandezza umana e intellettuale”. Raffaele Deluca era docente di storia della musica e bibliotecario al conservatorio di Rovigo. Amante della cultura classica e medievale, ma anche delle espressioni musicali nei loro vari linguaggi. Aveva identificato il suo modello di biblioteca in quello dell'Abbazia di San Gallo di cui scriveva in un suo appunto manoscritto: “Molte nostre domande hanno qui molte risposte”. E certamente la sua morte prematura lascia una domanda infinita e senza risposta in molti cuori.

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