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Ats e volontariato, futuro del welfare

Il Csv chiama ad agire per tutelare il bene comune, proponendo l’istituzione di tavoli permanenti

Ats e volontariato, futuro del welfare

Due convegni, oltre cento enti presenti. È stata importante la risposta dei territori di Padova e Rovigo alla chiamata del Csv per ragionare sul nuovo sistema degli Ambiti territoriali sociali, che in Veneto dovrà diventare esecutiva entro la fine del prossimo anno definendo nuove modalità di erogazione dei servizi, con un ruolo strategico delle associazioni come agenti di trasformazione sociale.

Il doppio appuntamento si inserisce in un percorso di ricerca più ampio, promosso assieme alla fondazione Zancan, per conoscere e discutere l’attuale e potenziale contributo del volontariato nel nuovo sistema di welfare, i cui risultati saranno messi a disposizione dei decisori politici e tecnici. Hanno partecipato in 130 volontari (in rappresentanza di 95 enti del terzo settore) e 30 persone in rappresentanza di 17 istituzioni (14 Comuni rappresentati da 3 sindaci e svariati assessori, più i dipendenti di 2 Ulss).

“Siamo in una fase cruciale di evoluzione del welfare. La riorganizzazione degli Ambiti territoriali sociali (Ats) non è un semplice adeguamento normativo, ma l’opportunità di costruire un sistema socio-sanitario più efficace, inclusivo e, soprattutto, più partecipato”, ha sottolineato Marinella Mantovani nel corso del convegno “Volontariato e ambiti territoriali sociali. Verso un welfare generativo”, che si è ripetuto in due giornate consecutive a Padova, con la partecipazione di Stefano Vianello direttore socio-sanitario dell’Ulss 6, e Rovigo, con la partecipazione del direttore generale dell’Ulss 5 Pietro Girardi e del direttore dei servizi socio-sanitari Marcello Mazzo.

“La nostra sfida è superare la percezione del volontariato come supporto essenziale - sottolinea la presidente del Csv, Marinella Mantovani - e riconoscerlo pienamente come una componente strategica nella governance del territorio, un attore che sa, non solo che fa. Le nostre associazioni agiscono come veri e propri ‘sensori territoriali’, intercettando le fragilità emergenti prima che vengano registrate dalle statistiche ufficiali. Per questo, la coprogrammazione negli Ats è indispensabile: non andrà tenuto conto solo dei Leps, ma anche degli extra-Leps, che è l’area dove si nasconde la vera anima territoriale del volontariato e dove si affrontano temi come la solitudine. L'Ats avrà le risorse economiche e il volontariato la capacità di moltiplicarle, trasformando la spesa sociale in investimento sociale e innescando processi di responsabilizzazione”. L’invito ai decisori politici e tecnici è di “strutturare tavoli di lavoro congiunti e permanenti all'interno degli Ats per un indirizzo strategico condiviso. Il Csv di Padova e Rovigo è a disposizione per facilitare questo percorso: crediamo che il welfare del futuro sia quello che l'ente pubblico genera insieme alla comunità, e noi siamo pronti a programmare e agire insieme”.

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