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ABITAZIONI
18.12.2025 - 17:46
Il disegno di legge AC 2692, presentato il 17 dicembre a Roma e promosso da Elisabetta Gardini con il sostegno di Fratelli d’Italia, introduce una stretta significativa sulla gestione dei condomini, a tredici anni dalla precedente riforma. Il provvedimento mira a rafforzare la regolarità contabile e a ridefinire i requisiti professionali degli amministratori.
Tra le novità più rilevanti spicca l’obbligo di possedere una laurea in discipline economiche, giuridiche o tecnico-scientifiche per chi desidera esercitare la professione. Solo chi è già iscritto ad albi o ordini dell’area economica, giuridica o tecnica potrà continuare senza adeguarsi, mentre chi ha un semplice diploma dovrà iscriversi a un elenco ufficiale presso il Mimit. Chi opera senza iscrizione rischia sanzioni fino a 5.160 euro. Confermata anche la formazione obbligatoria, con corsi di aggiornamento annuali.
Per i condomìni con oltre venti unità, la riforma impone la nomina di un revisore contabile per due anni, che dovrà attestare la correttezza del rendiconto secondo criteri più stringenti. Viene istituita la figura del responsabile dei dati personali, con nomina assembleare, mentre la nomina annuale dell’amministratore sarà automatica salvo diversa decisione dell’assemblea.
Significativi cambiamenti riguardano anche i pagamenti: sarà obbligatorio utilizzare conti correnti bancari o postali, con l’introduzione della detraibilità delle spese condominiali ordinarie in dichiarazione dei redditi. Questa misura punta a incentivare la regolarità dei versamenti e a garantire la tracciabilità dei movimenti finanziari.
Tra le disposizioni più controverse c’è la possibilità per i fornitori e creditori del condominio di rivalersi direttamente sul conto condominiale, anche coinvolgendo chi è in regola con i pagamenti. I condòmini virtuosi potranno poi rivalersi sui morosi, ma solo dopo aver coperto eventuali debiti altrui. Inoltre, i morosi potranno beneficiare di tempi più lunghi per il recupero crediti, con l’amministratore che potrà richiedere decreti ingiuntivi solo dopo l’approvazione del rendiconto annuale.
Per quanto riguarda lavori e sicurezza, sarà necessario un fondo immediato per le manutenzioni straordinarie e l’amministratore potrà ordinare interventi di messa a norma se l’assemblea non si attiva. La riforma punta a una gestione più trasparente e sicura, anche se il costo ricadrà soprattutto sui condòmini regolari.
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