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ECONOMIA

Gli agricoltori sfilano in Europa “Vogliamo tornare a produrre”

Il presidente Ballani: “Serve una politica comunitaria che guardi al futuro”

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Il presidente Ballani: “Serve una politica comunitaria che guardi al futuro”

ROVIGO - Oltre 10mila agricoltori, provenienti da tutta Europa, hanno invaso oggi le strade di Bruxelles, in concomitanza con il Consiglio europeo, per protestare contro la riforma della Pac, la Politica agricola comune, che non risponde alle esigenze delle aziende agricole e taglia le risorse per il settore primario.

Confagricoltura Rovigo era presente con una delegazione composta dal presidente Lauro Ballani, dal direttore Massimo Chiarelli, dalla presidente del settore cerealicolo Chiara Dossi e dal consigliere Matteo Corrain. “Siamo in tantissimi da Confagricoltura a manifestare insieme agli agricoltori degli altri Paesi europei - ha dichiarato Ballani - vogliamo rivendicare una politica comunitaria che offra una visione ad ampio respiro per l’agricoltura e faccia intravvedere un futuro solido alle nostre aziende. Vogliamo tornare a produrre di più, con regole più chiare e meno burocrazia. Saranno fondamentali i prossimi due anni di contrattazione prima dell’approvazione della Pac 2028-2032, che definirà le sorti della politica agricola europea. Se vogliamo che le nostre imprese continuino con la loro attività, dobbiamo essere competitivi con gli altri produttori mondiali. Chiediamo maggiore attenzione per la ricerca, che da anni attende un’accelerazione a Bruxelles e che sarebbe la risposta ai complessi problemi che riguardano la salvaguardia della produzione, il miglioramento della qualità, la tutela della sicurezza degli operatori e dell’ambiente. E c’è bisogno di un maggior sostegno per le iniziative imprenditoriali dei giovani agricoltori, in un contesto globale estremamente difficile e incerto”.

Nel corteo Chiara Dossi, che è anche presidente regionale di Confagricoltura Donna: “Ci sono tante imprenditrici oggi a Bruxelles, segno che siamo sempre più presenti nelle aziende agricole e attive sul fronte sindacale. Il 30% delle imprese vede una donna alla guida, anche grazie all’innovazione e alle nuove tecnologie. Ma la politica poco lungimirante e intrisa di burocrazia non ci aiuta. Per questo siamo qui, a chiedere un’Europa che sia al fianco degli agricoltori, e non una nemica”.

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