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Lunedì l'addio a Mimmo

La sua prima pizzeria ad Arquà fu punto di ritrovo per un’intera generazione. Lunedì i funerali

Lunedì l'addio a Mimmo

Si è spento Domenico Carlucci, per tutti Mimmo, notissimo imprenditore del settore della ristorazione, vero e proprio “re” della pizza a Rovigo e nei dintorni. Aveva 68 anni, e da quattro lottava contro una terribile malattia. “Gli è stata diagnosticata nel mese esatto in cui è andato in pensione”, ricorda il figlio Andrea, che assieme alla sorella Valentina ha seguito le orme del padre, gestendo il ristorante pizzeria di via Cavallotti, che porta proprio il nome con cui il padre era conosciuto in tutto il Polesine.

Originario della Puglia, conobbe il lavoro molto presto: a 11 anni faceva già il barista, a Brindisi, per cinquemila lire al mese. Quattromila li portava “a casa”, dove il padre, di professione pastore, e la madre dovevano provvedere a otto figli, altri mille li risparmiava. Con quel piccolo gruzzolo dopo pochi mesi si comprò un motorino, ma soltanto due giorni dopo gli venne rubato. Quel giorno decise di lasciare la Puglia per cercare fortuna a Nord. “Partì solo, con un sacco nero con dentro le sue poche cose”, ricorda ancora il figlio. A Bologna fu cameriere e pizzaiolo, e qui conobbe Mariella, parrucchiera rodigina che divenne la sua compagna per tutta la vita.

Fu per lei che si spostò in Polesine. Negli anni ’80, a meno di 30 anni, aveva già aperto il suo primo, “mitico”, locale: la pizzeria San Marco, nell’omonimo quartiere di Arquà Polesine, che in breve tempo diventò il punto di riferimento per tantissimi giovani e la tappa immancabile in cui finire la serata quando la discoteca (l’allora Maskò era lì a un paio di chilometri) chiudeva. Un vero e proprio punto di riferimento per tantissime compagnie di tutta la zona, da Polesella a Grignano, da Bosaro a Villamarzana.

Negli anni Novanta, Mimmo aprì la prima pizzeria da asporto a Rovigo, proprio nei locali di via Cavallotti dove, dal 2021, i figli hanno aperto la pizzeria “Da Mimmo”. L’avventura di Mimmo continua degli anni Duemila all’ex centro commerciale Le Torri, per poi sbarcare al Trullo, nella rotatoria di ponte Marabin. Con Mimmo ormai prossimo alla pensione, il locale chiuse alla fine del 2019. “Papà è sempre stato un grande lavoratore. Tutti i suoi locali hanno avuto un notevole successo, e i suoi affezionati clienti lo seguivano, spostandosi da una pizzeria all’altra, fin dagli anni Ottanta”, dice ancora Andrea.

Tra le sue passioni, c’erano le moto e in particolare le Harley-Davidson. “L’ultimo viaggio lo abbiamo fatto insieme, siamo andati in Puglia”, racconta il figlio. Poi, negli ultimi quattro anni Mimmo ha lottato contro la malattia che lo ha debilitato: “Mi diceva sempre di vendere la moto, che non l’avrebbe più usata, ma non ne ho mai avuto il coraggio - le parole di Andrea Carlucci - e ora resterà sempre con me, come ricordo di papà”. Due anni fa, proprio Andrea ha donato al padre il midollo, nella speranza di sconfiggere la malattia: “Ho fatto quello che qualunque figlio avrebbe fatto per il padre”, conclude.

L’ultimo saluto a Mimmo è fissato per lunedì mattina, alle 10, al Duomo.

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