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La tragedia

Muore nello schianto in curva

Terribile incidente in auto per quattro giovani, uno dei passeggeri perde la vita

Arcugnano, la curva che inghiotte il silenzio: schianto nella notte, un giovane muore sul colpo

L’auto compare all’improvviso nel cono d’ombra di via San Bernardino, ad Arcugnano, scivola lungo l’asfalto freddo di una sera qualunque e in pochi secondi tutto si rovescia. Sono le 22.30 quando il rumore è quello che ferma i vicini: metallo, vetro, polvere. Lì, nei pressi del civico 45, un’auto con a bordo quattro giovanitre diciannovenni e una ragazza di 17 anni — si schianta. Uno dei passeggeri muore sul colpo. Gli altri vengono affidati ai sanitari. Le luci blu chiudono la strada. Le domande, da quel momento, la percorrono in senso opposto.

Secondo quanto ricostruito nelle prime ore — ed è bene rimarcarlo: si tratta di un quadro in aggiornamento, che potrà essere precisato dagli accertamenti della Polizia locale e, se necessario, dei Carabinieri — l’auto con i quattro ragazzi stava procedendo lungo via San Bernardino quando, per cause che restano da definire, avrebbe perso aderenza o traiettoria andando a impattare con estrema violenza contro un ostacolo lungo la carreggiata. L’urto è stato sufficiente a provocare danni devastanti al lato passeggero: il giovane seduto lì non ha avuto scampo.

Saranno i rilievi planimetrici, la lettura delle tracce di frenata (se presenti), l’analisi dei dispositivi elettronici del veicolo — ove disponibili — e le eventuali testimonianze a dire se ci sia stato un eccesso di velocità, una distrazione, una manovra d’emergenza, un problema all’auto o un mix di concause. Nei casi di sinistri con esito mortale, la prassi prevede anche la verifica delle condizioni psicofisiche del conducente e, se emergono indizi, il sequestro del mezzo per gli accertamenti tecnici. È un lavoro meticoloso, che richiede tempo e che non ammette scorciatoie.

La chiamata al SUEM 118 parte immediatamente. Sul posto arrivano le ambulanze e un’automedica; in supporto operano i Vigili del Fuoco per la messa in sicurezza del veicolo e dell’area. Per il passeggero — un ragazzo — i sanitari non possono che constatare il decesso. Gli altri tre giovanissimi sono stabilizzati e trasferiti in ospedale con ferite di diversa gravità. Le condizioni cliniche, specie nella prima notte, possono oscillare: per questo i medici parlano spesso di “osservazione” e “prognosi riservata”. In parallelo, gli agenti coordinano i rilievi e chiudono la strada il tempo necessario a documentare ogni elemento utile a definire la dinamica.

Ogni volta che un incidente inghiotte una vita così giovane, la tentazione è ridurre tutto all’eccezione. Eppure i numeri ci costringono a guardare più in alto del guardrail. Nel 2023 in Italia si sono registrati 166.525 incidenti con lesioni a persone, 3.039 morti e 224.634 feriti. Una media di 456 sinistri al giorno, 8,3 vittime e 615 feriti: una contabilità che la memoria fa fatica a reggere. In Veneto il tasso di mortalità è stato pari a 6,4 per 100mila abitanti, sopra la media nazionale (5,2). Sono dati consolidati Aci–Istat, utili a ricordarci che la statistica ha un volto, ogni volta.

Nel 2024 (ultimo anno intero disponibile a livello provinciale secondo la sintesi ACI–ISTAT) le vittime sono rimaste sostanzialmente stabili a 3.030 (-0,3%), mentre incidenti e feriti sono aumentati di circa +4,1%. È un segnale chiaro: si muore un po’ meno, ma si continua a sbagliare a velocità simile o persino superiore. La pressione su prevenzione, controlli e infrastrutture resta alta, e riguarda ogni territorio, Vicentino compreso.

La fascia 15–24 anni è tra le più esposte per chilometro percorso. Gli esperti la chiamano “età critica” per la guida: meno esperienza, maggiore propensione al rischio, orari serali e notturni, viaggi in gruppo, stanchezza, distrazioni digitali. A livello nazionale, le autorità — dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti all’Unione Europea — hanno imbastito strategie mirate: dal PNSS Orizzonte 2030, che punta a dimezzare entro il 2030 morti e feriti gravi rispetto al 2019, all’allineamento con la cornice europea che guarda all’obiettivo di zero vittime al 2050. Sono impegni formalizzati e finanziati, che passano però per la quotidianità di strade secondarie come via San Bernardino.

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