VOCE
questura di rovigo
23.12.2025 - 13:38
Non fare finta di nulla. Anche se magari potresti. Anche se magari nessuno potrebbe dire nulla, se anche mostrassi di non esserti accorta che c’è qualcosa che non va. Non fare finta di nulla perché si tratta di difendere una persona fragile, un ultraottantenne, da dei delinquenti che stanno per spogliarlo di tutti i suoi averi. A leggerla, sembra una di quelle scelte sulle quali non c’è neppure da discutere, perché è ovvio quale sia l’opzione giusta. Eppure, ogni giorno, un sacco di gente sceglie l’altra strada, quella di voltarsi dall’altra parte.
Non la signora Moira, dipendente delle Poste, in servizio alla filiale centrale di Rovigo, che, trovandosi di fronte a una vera emergenza, ha scelto di entrare in gioco, di prendersi cura di quell’anziano smarrito, che, confuso, chiaramente nella rete dei truffatori che non lo mollavano un attimo al telefono, diceva di dovere fare una bonifico di 50mila euro, senza neppure sapere bene a chi.
“Quello che mi ha insospettito – spiega Moira – è stato il fatto che il signore spiegasse di dovere fare un bonifico per una somma elevata, 50mila euro, ma senza avere le idee chiare su chi fosse il destinatario”. Poi, il fatto che non mollasse un attimo il telefono, come se fosse “guidato” da qualcuno. Come, esattamente, stava accadendo.
Così, Moira ha scelto di intromettersi nella chiamata. “Immediatamente – racconta – l’interlocutore mi ha minacciato di morte, ha detto testualmente che avrebbe tagliato la gola a me e ai miei familiari, se non avessi consentito l’esecuzione del bonifico”. Lei, però, non si è fatta intimorire.
All’anziano era stata paventata la solita truffa, che pare semplice ed elementare, ma è perfettamente in grado di abbassare le difese delle vittime e di colpire. Gli era stato detto, infatti, da un interlocutore che aveva il suo numero di telefono, che qualcuno stava per svuotargli il conto e che la migliore difesa sarebbe stata spostare tutti i suoi averi su un altro conto sicuro. Può apparire impossibile crederci, ma è proprio così che funzionano questi raggiri, affidati a veri e propri professionisti, attori consumati, che prima terrorizzano, quindi sembrano fornire una soluzione al peggio.
“Ho detto al signore di stare calmo – spiega Moira – che nessuno stava per svuotargli il conto, che era una truffa. L’ho invitato a chiudere la chiamata e a seguirmi in sala consulenza, dove avremmo risolto tutto, senza che capitasse nulla ai suoi soldi”. Esattamente come è andata.
E’ per questo che la questura di Rovigo ha scelto di conferire a Moira il premio “Gli Occhi del poliziotto”, destinato a quei "civili" che, con i propri gesti e la propria attenzione, si comportano esattamente come farebbe un poliziotto, evitando la commissione di reati.
Presente all’importante cerimonia anche il direttore della filiale delle Poste Centrali di Rovigo, Enrico Perazzuolo, che ha voluto ricordare alcune accortezze da tenere presenti, per evitare di cadere vittima dei truffatori. “Bisogna ricordare – ha spiegato – che, a prescindere dal numero che i truffatori riescono a fare comparire sul display del nostro telefono, noi, come Poste, non chiederemo mai la comunicazione di codici o dati personali, né la esecuzione di bonifici”.
In questo senso, anche l’appello del questore Eugenio Vomiero, che ha ricordato come, in generale “la regola sia quella di diffidare, anche dalle persone che suonano alla nostra porta, a prescindere dalla qualifica e dalle motivazioni che accampano: sempre meglio prendersi il proprio tempo e chiamare, nei casi di dubbio, le forze dell’ordine”.
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