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Caso Ecopol, è scontro

Approvato il bilancio di palazzo Celio: manovra da 62 milioni, 4 sono per le manutenzioni stradali

Caso Ecopol, è scontro

Da una parte l’approvazione del bilancio di previsione della Provincia, da 62,1 milioni nel 2026 e 182,3 milioni nel triennio. “Un bilancio diverso - ha sottolineato il presidente Enrico Ferrarese - perché per la prima volta, grazie alla chiusura dei derivati, possiamo impegnare risorse che ci sono e fare programmazione”. Come per le manutenzioni stradali, rimarcate con soddisfazione dal consigliere Giovanni Rossi: “4 milioni per il 2026, per i 500 chilometri circa di rete viaria provinciale”.

Dall’altro il passaggio su Ecopol, il progetto dell’impianto a desorbimento termico per l’ex inceneritore di via Amendola, con l’annuncio di una proroga di 15 giorni del termine per la presentazione delle osservazioni. Proprio questo ha concentrato l’attenzione della cittadinanza, presente numerosa, agguerrita e con cartelli eloquenti. L’inserimento all’ordine del giorno delle “comunicazioni del presidente: stato del procedimento di rilascio del provvedimento autorizzatorio unico del progetto presentato da Ecopol” è stato chiesto dal consigliere Roberto Tovo, ex vicesindaco dell’amministrazione guidata da Edoardo Gaffeo, che amministrava Rovigo quando, il 6 settembre 2023 Ecopol ha presentato la domanda di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale, e presente insieme a un folto gruppo di cittadini.

Anche perché lo stesso Gaffeo ha scritto una “lettera aperta” su Fb a Ferrarese, eletto presidente proprio grazie all’asse con i “civici”, nella quale ha scritto: “E’ sempre possibile, spesso comodo, rifugiarsi dietro formule che conosciamo bene: ‘stiamo seguendo l’iter’, ‘la competenza è degli uffici’, ‘ci affidiamo ai tecnici’. Ma il ruolo che ricopri non è neutro, e tu lo sai. Essere presidente della Provincia significa assumersi una responsabilità politica piena, consapevole. Significa dare voce a una comunità che ti ha accordato fiducia e che oggi chiede protezione e rispetto”.

Ferrarese, dal canto suo ha invitato il dirigente dell’Area ambiente Michele Bonito a riferire sull’iter. Dopo il responso dello screening Via, “Ecopol ha presentato la nuova domanda il 20 agosto, l’8 settembre si è aperto l’iter, il 15 ottobre sono state avanzate le richieste di integrazioni, fra le quali quelle del Comune di Rovigo che evidenziava carenze nella pratica edilizia, il 17 novembre sono arrivate le integrazioni e il 25 novembre è stato avviato il procedimento amministrativo. A questo fanno seguito i 30 giorni di raccolta osservazioni: il termine scadeva il 25 dicembre. Ma la stessa ditta ha chiesto un rinvio di 15 giorni che facciamo nostro, anche perché vogliamo coinvolgere i Comuni limitrofi che hanno presentato istanza. Il nuovo termine sarà il 10 gennaio. Ci saranno poi richieste di integrazioni sulla base delle osservazioni per le quali solitamente si concedono 30 giorni prorogabili fino a 90. Poi, la convocazione della conferenza dei servizi”.

Tovo ha rimarcato: “Chiedo di pubblicare il provvedimento di proroga il prima possibile e se alla presentazione pubblica che c’è stata venerdì era presente un funzionario della Provincia e c’è un verbale. Perché secondo me non ha avuto i requisiti previsti e i proponenti hanno dichiarato che le emissioni saranno sostanzialmente vapore acqueo”.

Il dirigente ha chiarito: “La presentazione al comitato Via è stata fatta il 21. Il motivo per cui non c’era nessuno è perché la valutazione spetta solo all’intero comitato Via nella sua forma tipica. L’assemblea è d’iniziativa del proponente, anche l’avviso non lo scrive la Provincia ma il proponente. E i conti si fanno nel comitato”. Tovo ha ribattuto: “Non sto dicendo che la presenza era obbligatoria e che eravate tenuti a intervenire ma se potete valutare un secondo momento di presentazione presenziando con funzione verbalizzante e che poi quel verbale sia allegato alla documentazione”. Il “vedremo” di risposta, su una proposta che dal punto di vista giuridico-amministrativo è tutta da valutare, ha però acceso il pubblico presente che ha iniziato a rumoreggiare: “Vergogna. Vi lavate le mani. Chi è che ci protegge?”.

Al che Ferrarese è intervenuto sgranando gli occhi e prendendo consapevolezza della “trappola” tesa dall’ex alleato: “Veicolare il messaggio che sta decidendo la Provincia, il presidente, il consiglio, il dirigente, è fuorviante. Non è che l’esito della procedura Via dipende da come la pensa il presidente, e sapete come la penso e qual è la mia attenzione al tema ambientale. Anzi, proprio a garanzia della correttezza della procedura la parte politica non può avere un ruolo: serve per evitare discrezionalità. Abbiamo fatto quello che era nelle nostre possibilità perché si arrivasse alla procedura che dà la massima garanzia, la Via, su questo erano tutti d’accordo, ma ora non va bene nemmeno questa?”.

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