"Una città accogliente, anche per migranti, stranieri e detenuti"

“Auguri alla nostra città, di essere sempre aperta al confronto e al dialogo, di essere capace di accogliere e integrare chi arriva, anche se stranieri e migranti, essere attenta ai più poveri e fragili, ricordando i carcerati e l’arrivo del carcere minorile”.

Rotonda gremita per la prima messa che ha dato inizio alla solennità del Natale presieduta dal Vescovo della Diocesi, Pierantonio Pavanello, alla presenza di tutte le autorità cittadine. Luce: questa la parola più ripetuta durante il discorso rivolto alla città presentato da Pavanello e dal sindaco Valeria Cittadin; luce dopo un anno non troppo buono per la sicurezza cittadina, per non dire difficile e quasi unico nella storia della vita sociale del capoluogo.

Non ha mancato di ricordarlo Cittadin: "Quest’ anno Rovigo è stata ferita da un colpo profondo, la morte di Amine e le tante altre violenze compiute specialmente nel corso dei mesi estivi; in questi momenti difficili Rovigo si è dimostrata città viva, capace di riconoscersi come comunità, reagendo con dignità senza chiudersi. La forza per fare questo si chiama volontariato, vera colonna portante della nostra vita cittadina”.

Il riferimento principale è al tragico accoltellamento avvenuto a luglio, costato la vita a una giovane.

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Tempo dedicato all’altro con interesse per il bene comune, insomma, i connotati della vera spina dorsale di Rovigo. Ha aggiunto poi Cittadin: "Rovigo è città solidale senza mai perdere però responsabilità, accogliente senza perdere identità. Rovigo sa essere solidale ma anche ferma, vuole continuare a essere luogo sicuro per i nostri figli". Dopo l’introduzione del presidente del sindacato della Rotonda, Adriano Mazzetti, che ha ripercorso gli eventi significativi svolti nel corso degli ultimi mesi nel tempio, Pavanello ha ricordato, proprio guardando all’anno ormai alla fine: "E’ stato un tempo non facile a livello mondiale, ancora negli occhi abbiamo la tristezza dei conflitti sanguinosi che hanno interessato le diverse guerre in corso. Conflitti e disagio sociale che hanno visto un incremento proprio dai fenomeni accaduti anche qui da noi".

Episodi, ha continuato, "che rischiano di nascondere l’impegno silenzioso di tanti cittadini e la ricchezza di gesti e valori che aiutano i più fragili e il senso civico, per una città che vive del contributo e della partecipazione di tutti. Proprio a Rovigo auguro di essere sempre più città di incontro fra città diverse, sogniamo che Rovigo diventi cenacolo di cultura, di arte e musica, comunità solidale e come Isaia mettiamo nelle mani di Dio questo sogno. Alla città auguro ancora di impegnarsi per curare la crescita dei ragazzi e dei giovani, promuovendo solidarietà e partecipazione”.