VOCE
Il blitz
27.12.2025 - 18:50
La banda della “utilitaria gialla” e della “polvere bianca”, che aveva messo in piedi una sorta di servizio di “Speedy coca”, è stata sgominata dalla polizia di Bologna. E il leader del presunto gruppo di spacciatori è stato arrestato, proprio in Polesine, il 14 dicembre scorso.
E’ la questura bolognese a ripercorrere i risultati un’indagine condotta dalla Squadra Mobile e culminata con l’esecuzione di sette misure cautelari nei confronti di altrettanti uomini originari del Marocco, gravemente indiziati di avere effettuato consegne di stupefacente per conto di un’associazione a delinquere, operante a Bologna, prevalentemente in zona Corticella, composta da tre soggetti, già destinatari di misura cautelare in carcere, eseguita a novembre scorso, dedita allo spaccio al dettaglio di cocaina.
In particolare, l’attività è nata da una serie di arresti in flagranza di reato operati in zona Ferrarese/Corticella/San Donato. Gli investigatori della Mobile, grazie a numerosi pedinamenti e servizi di polizia volti al contrasto al fenomeno dello spaccio, hanno arrestato in arresto numerosi spacciatori al dettaglio di cocaina, “pizzicati” in azione. I pusher, tutti marocchini, sono stati trovati con addosso dosi di cocaina confezionate sempre con le medesime modalità e i consumatori/clienti interrogati dalla polizia, hanno tutti raccontato di aver chiamato per le “prenotazioni”, sempre lo stesso numero di telefono.
L’uomo che rispondeva, poi, inviava i propri “corrieri” fissando gli appuntamenti in zona Corticella, lungo il canale Navile, ma anche nei parchi di via del Lavoro e del quartiere San Donato.
Sono stati così organizzati servizi di osservazione volti non solo a fermare i pusher in strada, ma anche a verificare chi li rifornisse e, soprattutto, chi passasse al termine delle giornate “lavorative” a ritirare il guadagno. Insomma, a chi fosse riconducibile lo “Speedy coca”.
Grazie all’attività di osservazione è stata così individuata una vettura, un’utilitaria di colore giallo, che durante gli arresti in flagranza e durante i servizi si trovava spesso nelle zone attenzionate dai poliziotti. A bordo, nonostante alla guida vi fosse un ragazzo italiano, veniva sempre trasportato un cittadino nordafricano, che parlava con i pusher e spesso consegnava loro sostanza stupefacente. L’auto è stata quindi monitorata, e la Mobile è infine riuscita ad individuare anche il luogo, lungo il Canale Navile, in un punto di fitta vegetazione, nel quale veniva nascosta la cocaina pronta per essere consegnata agli spacciatori al dettaglio. Una volta ricostruito il modus operandi dell’organizzazione al dettaglio, è stata fermata l’utilitaria gialla e il cittadino nordafricano, passeggero, è stato trovato in possesso dell’utenza telefonica contattata dagli acquirenti al dettaglio per effettuare gli ordini di cocaina.
L’attività del sodalizio, grazie all’indagine dalla Procura della Repubblica, è stata poi ricostruita incrociando tutti gli elementi raccolti che hanno permesso di contestare al presunto capo dell’organizzazione, all’autista italiano e al braccio destro dei due, l’autista, che si occupava di accompagnare il capo a preparare le dosi, sua persona di fiducia, tanto che era l’unico dei membri che si recava lungo il Navile per caricare le dosi da consegnare, il reato di associazione finalizzata al traffico di droga, volta ad effettuare cessioni di lieve entità.
“La contestazione operata dalla Procura - si spiega nella nota diramata - segna un importante e innovativo strumento di lotta allo spaccio al dettaglio di sostanza stupefacente per le strade del capoluogo emiliano, stante la gravità del reato contestato nonostante i quantitativi singolarmente trattati di sostanza stupefacente. La meticolosa e puntuale ricostruzione dell’attività di indagine, e la richiesta al giudice per le indagini preliminari operata dalla Procura della Repubblica di Bologna, ha permesso di ottenere per i due cittadini marocchini la misura cautelare in carcere e per l’italiano la misura degli arresti domiciliari”.
E il presunto capo del sodalizio è stato rintracciato il 14 dicembre scorso in Provincia di Rovigo e accompagnato in carcere.
Per i pusher al dettaglio, di cui sette compiutamente identificati grazie agli arresti in flagranza e grazie agli album mostrati agli acquirenti, l’autorità giudiziaria bolognese ha emesso, dopo l’interrogatorio preventivo, la misura cautelare del divieto di dimora nella città metropolitana di Bologna e, per uno, l’obbligo di firma. Grazie alle testimonianze raccolte, poi, è stato possibile ricostruire e contestare centinaia di cessione di cocaina, effettuate dal sodalizio nelle zone indicate a decine di acquirenti italiani per tutto l’anno 2024.
Oltre all’esecuzione delle dieci misure cautelari indicate, durante l’indagine sono stati eseguiti quattordici arresti in flagranza di reato, nei confronti dei pusher “da strada”, che consentivano di recuperare alcune migliaia di euro di denaro contante in banconote di piccolo taglio e centinaia di involucri termosaldati di cocaina già confezionata in dosi da 0,4 grammi.
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