VOCE
La storia
30.12.2025 - 05:00
Alberto Brolese, primario di chirurgia
Pranzo in famiglia, piatti della tradizione e una perforazione all’esofago che avrebbe potuto essere mortale. Strana, se non rarissima, cornice quella che ha inquadrato i festeggiamenti natalizi per un sessantenne trentino, poi catapultato in ospedale per aver ingerito troppo lenticchie. A salvarlo, in una corsa contro il tempo da Adria a Trento, il medico Alberto Brolese, primario dell’unità operativa di chirurgia generale 2 e direttore del dipartimento chirurgico dell’ospedale Santa Chiara dove il paziente era stato portato d’urgenza. A chiamarlo per intervenire, vista la gravità della situazione, i sanitari del presidio medico trentino.
“Stava morendo. Per operarlo ho corso in auto per 200 km” ha commentato al Corriere del Trentino il medico che si trovava in Polesine, per le festività, dai parenti, proprio ad Adria, dove tra l’altro ha conseguito la maturità al liceo scientifico “Galileo Galilei” prima della laurea a Padova. Il medico ha anche spiegato che dopo aver preso la Transpolesana ed aver imboccato l’A22 si è reso conto della fila, per questo ha usato la corsia d’emergenza sventolando il fazzoletto bianco per procedere veloce, poi, intercettato da un’auto della polizia è stato scortato fino a Trento per arrivare in tempo. All’ospedale, Brolese ha poi dato il via al delicato intervento durato più di quattro ore insieme alla sua equipe. Dalle prime ricostruzioni, l’uomo avrebbe ingerito nel giorno di Natale un pasto abbondante a base di lenticchie. A seguito di violenti conati, poi si sarebbe aperta una lesione all’esofago facendo sì che il cibo, invece che essere naturalmente espulso, entrasse nel torace causando un’infezione tale da far perdere i sensi.
Fondamentale il pronto intervento e la corsa contro il tempo, l’episodio poteva esser fatale. Il paziente è ora ricoverato nel reparto di rianimazione in condizioni serie ma comunque stabili.
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