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Proiettili e minacce contro la volontaria anti bracconaggio

Allarmante escalation, secondo episodio in due mesi

Proiettili e minacce contro la volontaria anti bracconaggio

Un nuovo, grave episodio intimidatorio nei confronti di Gabriella Gibin, insegnante e presidente del Coordinamento tutela degli animali Rovigo.

Nel pomeriggio del 29 dicembre, la donna ha trovato tre cartucce da caccia non esplose e un biglietto con la scritta “muori puttana” all’interno di un sacchetto nero, abbandonato nella sua proprietà. Un messaggio esplicito e inquietante, per il quale sono intervenuti immediatamente i carabinieri, che hanno sequestrato il materiale. Seguirà una nuova denuncia. L’episodio è avvenuto nella sua abitazione di Porto Tolle, e rappresenta una drammatica escalation rispetto a quanto già accaduto lo scorso 26 ottobre, quando Gibin aveva rinvenuto un bossolo di fucile calibro 12 esploso all’interno della cassetta della posta, pochi giorni dopo aver pubblicato sui social un alert contro il bracconaggio dei lupi.

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“Nel pomeriggio aspettavo un pacco racconta - Sul cancello ho un cartello con la richiesta di lasciarlo dietro la siepe se non sono in casa. Tornata nel tardo pomeriggio, mentre portavo fuori la spazzatura, ho controllato. Oltre al pacco ho trovato un sacchetto nero. Dentro c’erano tre cartucce cariche e un foglio con un insulto e un chiaro invito alla morte. Ho avuto un momento di panico e ho chiamato subito i carabinieri”. Secondo l’animalista non si tratterebbe di un gesto isolato né improvvisato.

“Non è stata una ragazzata. Qui parliamo di adulti che sanno quando e come muoversi - afferma -. Persone che conoscono i miei spostamenti, che mi tengono d’occhio perché temono di essere scoperti. Io sul mio territorio dico una cosa chiara. Bracconaggio, allevamenti abusivi e macelli clandestini non si fanno. Porto prove, spesso mettendo a rischio la mia incolumità”.

Da ottobre, spiega Gibin, oltre alle intimidazioni fisiche sono proseguite anche le minacce e gli insulti online, comparsi sotto articoli di stampa e sui social. “Sto querelando tutti quelli che mi hanno offesa e minacciata. Io non ho mai scritto parole violente né augurato il male a nessuno. Ho sempre espresso ciò che so e ciò che penso nel rispetto della legge”. Nonostante la paura, la determinazione resta intatta. “Le minacce non mi fermeranno. Non arretrerò di un passo - dichiara -. Lo devo agli animali, alla legalità e a tutte le persone oneste che combattono con me. Queste non sono battaglie ideologiche o politiche, ma battaglie di civiltà, che dovrebbero appartenere a tutti”.

Un appello diretto viene rivolto anche alle istituzioni: “Chiedo con forza maggiori controlli, una presenza costante degli enti preposti e un impegno diretto dei sindaci e del presidente della Regione Veneto. Il bracconaggio non ha colore politico. Viviamo in un territorio meraviglioso che va tutelato. Di fronte alle testimonianze che porto, mi aspetto una presa di posizione chiara”. Le forze dell’ordine stanno ora lavorando per fare piena luce sull’accaduto. “Ringrazio i carabinieri per il tempestivo intervento - conclude - Vivere sotto minaccia è inaccettabile, soprattutto quando si agisce nel rispetto della legge”.

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