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"Vicini a un accordo"

Incontro Trump e Zelensky, il vertice di Mar-a-Lago

"Vicini a un accordo"

Donald Trump e Volodymyr Zelensky si sono detti molto vicini a un accordo sul piano di pace tra Russia e Ucraina al termine dell’incontro tenutosi a Mar-a-Lago, ma senza fornire elementi concreti sui contenuti dell’intesa. Il presidente degli Stati Uniti ha espresso fiducia in un esito positivo dei negoziati, evitando però di indicare una tempistica precisa e riconoscendo la presenza di ostacoli ancora da superare, in particolare sul cessate il fuoco e sulla questione del Donbass.

Zelensky ha parlato di progressi significativi, sostenendo che l’Ucraina avrebbe approvato circa il novanta per cento di un piano americano articolato in venti punti, che includerebbe garanzie di sicurezza e un progetto di sviluppo economico in fase di definizione. Secondo il presidente ucraino, il documento escluderebbe due richieste centrali di Mosca, ovvero il ritiro delle forze ucraine da Donetsk e l’impegno formale a rinunciare all’ingresso nella Nato.

Poche ore prima del vertice, Trump ha avuto una conversazione telefonica definita molto produttiva con Vladimir Putin, considerato dal presidente americano seriamente intenzionato a porre fine al conflitto, al pari del leader ucraino. Una valutazione che contrasta con la posizione di Kiev e di diversi governi europei, che continuano ad attribuire al Cremlino la responsabilità diretta della prosecuzione della guerra.

Da Mosca è arrivata una nuova richiesta all’Ucraina di prendere una decisione definitiva sul ritiro dalla parte orientale della regione di Donetsk, indicata come condizione essenziale per la cessazione delle ostilità. Parallelamente, la Russia ha intensificato la pressione militare, colpendo Kiev e le aree circostanti con bombardamenti che hanno lasciato oltre un milione di abitazioni senza elettricità e annunciando la conquista di altre due città nell’est del Paese.

Nel dialogo tra Trump e Zelensky ha avuto un ruolo centrale anche il tema delle garanzie di sicurezza occidentali, insieme al futuro della centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dalle forze russe. Washington avrebbe proposto un controllo condiviso dell’impianto, mentre le garanzie statunitensi, secondo Zelensky, potrebbero durare quindici anni, con la possibilità di un’estensione fino a cinquant’anni, una scelta definita potenzialmente storica.

Trump ha parlato di progressi concreti anche su Zaporizhzhia, sottolineando come il mancato bombardamento dell’impianto rappresenti un segnale rilevante

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