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Dalla malattia alla speranza, e “Fino all’ultimo respiro”

Il romanzo autobiografico di Marco Buganza, in un libro pieno di emozioni.

Dalla malattia alla speranza, e  “Fino all’ultimo respiro”

Marco Buganza, scrittore polesano

Il dolore e la sofferenza come strumento di crescita e di riscoperta di se stessi, in un viaggio lungo 160 pagine. È il romanzo autobiografico "Fino al tuo ultimo respiro" di Marco Buganza, cittadino classe 1976, in cui si affronta il tema della malattia, delle speranze disilluse e del potere della fede. L’autore racconta la malattia della madre che improvvisamente, colta da malore, rimane a lungo ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale cittadino. Dalle prime ore, quelle più critiche per la sopravvivenza, allo stravolgimento fisico delle terapie sulla donna, alternate a momenti di dolcezza, per una ritrovata riunione familiare, ed un rapporto con se stessi che cambia giorno dopo giorno.

“Ho iniziato a scrivere il libro durante il primo lockdown, ma i fatti risalgono molto prima, al 2016 per l’esattezza - racconta l’autore -. Nel romanzo racconto, giorno dopo giorno la malattia di mia madre, colpita improvvisamente da malore e da emorragia cerebrale. Nel romanzo ho voluto raccontare tutto quello che è successo dal suo ricovero alla sua ripresa, ripresa che ci fu un nonostante la maggior parte del personale medico la desse per spacciata, una paziente in coma destinata a non uscirne mai”.

Pagina dopo pagina emerge la grande forza di volontà del figlio di rivedere il sorriso e gli occhi della madre, grazie ad un instancabile percorso per riportarla a casa. “Mentre mia madre si trovava in coma andavo ogni giorno a trovarla e cercavo di stimolarla con ricordi verbali, tattili ed olfattivi - spiega -. Le facevo ascoltare le sue canzoni preferite, vedere i film che le erano piaciuti di più, annusare i suoi profumi e sentire l’effetto del caldo e del freddo sulla pelle. Le parlavo delle mie giornate, le ricordavo i compleanni. Come se fosse qui con noi, ricordandole cosa si stava perdendo”.

Guidato da una forte spiritualità, Marco decide di fare anche dei voti, sacrificando il proprio tempo libero per dedicarlo alla madre e affrontando un viaggio a piedi fino alla basilica del Santo a Padova, per dedicarle un voto. “Sono cresciuto in ambito parrocchiale, guidato da una forte spiritualità - racconta -. Questo momento difficile mi ha aiutato molto a scoprire una forza interiore che nemmeno conoscevo e mi ha rinforzato nel mio credo religioso. Nel mio libro non parlo solo della malattia di mia madre ma affronto riflessioni personali su diverse tematiche, dal ruolo della donna, ai cambiamenti nella società moderna fino, per l’appunto, all’importanza della religione per la mia persona”.

Nonostante il parere negativo dei medici la mamma di Marco esce dal coma e riprende piano piano alcune funzioni, anche grazie al grande impegno del personale della struttura di Ferrara dove viene spostata. “Ricordo ancora il giorno in cui un medico qui a Rovigo mi disse che era impossibile che si riprendesse, il modo in cui lo disse mi fece crollare il mondo addosso - spiega -, fu quell’evento a rendermi ancora più determinato a riportarla tra noi con ogni mezzo possibile”.

La mamma di Marco è mancata qualche anno dopo ma lui ha deciso di scrivere il libro comunque per raccontare la sua esperienza e per dare un messaggio a chi si trova nelle sue stesse condizioni. “Scrivere questo diario, oltre ad avermi aiutato ad esternare ciò che provavo, vuole essere un veicolo di speranza - conferma -, per dire alle tante persone che vivono un momento tragico simile al mio che crederci, anche quando tutto sembra impossibile, può davvero cambiare le cose. I miracoli esistono, crederci ma soprattutto lottare per coloro che ami può farli accadere”.

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