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la rappresentazione

I ragazzi dell’Ita Munerati rileggono la tragedia del Vajont

In scena anche la testimonianza di uno dei primi soccorritori

I ragazzi dell’Ita Munerati rileggono la tragedia del Vajont

È stato un appuntamento dal grande significato culturale e civico quello che si è svolto al Forum di San Martino di Venezze lo scorso 7 giugno. Alcuni studenti del biennio dell’istituto tecnico agrario “O. Munerati” di Rovigo, di fronte a una sala gremita, hanno portato sul palcoscenico una lettura teatrale di brani tratti dal libro “Storia di un lago e una montagna – Un racconto del Vajont” di Gianluca Casagrande, docente universitario a Roma, a distanza di 21 anni dalla lettura, sempre a San Martino, affidata ad Andrea Bagno e Barbara Chinaglia.

Ha rivissuto così la vicenda che, sullo sfondo di una storia d’amore tra i due protagonisti, Vittorio e Margherita, descrive con dovizia di particolari la tragedia del Vajont di cui quest’anno ricorre il 60esimo anniversario.

Sotto la guida della docente di lettere Roberta Benedetto, con il supporto tecnico sul funzionamento e utilità delle dighe del docente di fisica Daniele Cecchettin, dopo avere incontrato l’autore, gli studenti sono riusciti a realizzare un evento con l’obiettivo di conoscere e far conoscere questo dramma, ma anche far riflettere sull’importanza del rispetto dell’ambiente. Dopo l’introduzione del prof Cecchettin, che ha ringraziato l’amministrazione comunale di San Martino di Venezze, è stata poi il sindaco Elisa Sette a portare il saluto della comunità esprimendo soddisfazione nell’ospitare un’iniziativa culturale dal grande significato civico.

La professore Vincenza La Porta, responsabile di plesso del Munerati, ha portato il saluto della dirigente scolastica Isabella Sgarbi, che aveva già apprezzato il lavoro in occasione delle prime due repliche proposte agli alunni del biennio sia dell’Ita che dell’Iti Viola.

La prof Roberta Benedetto ha sottolineato l’impegno e la dedizione degli studenti in questo lavoro che è da ritenersi una lezione trasversale sul valore della responsabilità, della tutela del paesaggio e dell’ambiente, attraverso il linguaggio del teatro, grazie a video e immagini d’epoca e musiche dal vivo con il prezioso contributo del violino di Sabrina Gasparetto. Emozionante l’applauso finale per tutti i ragazzi: Lorenzo Agostini, Siria Angeleri, Alessio Argenton, Tommaso Bari, Leonardo Bedendo, Irene Bonvento, Ilarj Bolzonaro, Mattia Fabbro, Stefano Girotti, Lorenzo Guzzon, Luca Hu, Maria Mancin, Rayza Manfrinati, Anna Montacciani, Satya Panin, Irene BPedrini, Mattia Pellegrini, Davide Prontera, William Punchina.

La serata si è conclusa con il collegamento a distanza con l’autore, Gianluca Casagrande e quindi la testimonianza di Carlo Casaro, tra i primi soccorritori giunti a Longarone subito dopo il disastro del 9 ottobre 1963. Attorniato dai ragazzi e superata l’emozione iniziale, ha raccontato come sia stato devastante rendersi conto di non potere fare più niente di fronte a tale disastro. “Vedere gli ufficiali - ha detto - gettare a terra il proprio copricapo per l’impossibilità di poter fare qualcosa è un’immagine che ancora mi porto dentro”. Una vicenda che non può essere dimenticata.

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