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“Questa è stata la Resistenza”

Venerdì Paolo Rigoni aprirà l’incontro di presentazione dell’ultimo libro di Antonella Bertoli

“Questa è stata la Resistenza”

“Grazie ad Antonella Bertoli, apprendiamo che Papozze non ebbe un solo partigiano, ovvero, Mario Fusetto, classe 1916, c’è stata anche una partigiana: Enrichetta Adriana Giovanna, chiamata Dobrilla, con nome di battaglia Fior di Stelo”.

E’ quanto afferma lo storico Paolo Rigoni, fresco di nomina di referente della biblioteca comunale di Adria, che, venerdì 25 agosto, aprirà l’incontro di presentazione dell’ultimo libro di Antonella Bertoli dedicato a questa straordinaria e coraggiosa donna. Il titolo dice tutto: “Nome di battaglia Fior di Stelo”. Appuntamento dunque alle 18 sotto la pergola della trattoria Alla Rosa in località Passionanza a Bellombra, con Luciana Passarella in dialogo con l’autrice, quindi intermezzi musicali di Ivan Dall’Ara e Antonio Giovannini. Al termine aperitivo con degustazione di alcune prelibatezze tipiche locali di stagione. Chi desidera può fermarsi a cena e proseguire il dialogo con l’autrice e gli altri ospiti, consigliata la prenotazione chiamando al numero 042641300.

Spiega Paolo Rigoni: “Dobrilla Giovannini, riportata alla luce e pubblicata dallo storico Vittorio Tomasin, ora viene realisticamente e vividamente raccontata da Antonella Bertoli. Al primo la riconoscenza per l’opera di recupero, divulgazione e custodia della memoria resistenziale polesana, alla seconda il ringraziamento per il nuovo genere narrativo intrapreso, quello cioè di raccontare in modo romanzesco, nel rispetto della verità storica, avvenimenti offuscati da interpretazioni parziali segnati ancor oggi dalle divisioni, in tal modo può raggiungere un pubblico di lettori più ampio e divenire patrimonio comune o comunque, si auspica, accettato”.

Lo stesso Rigoni poi si sofferma a sottolineare l’importanza dell’opera storico, documentaria e letteraria portata avanti da Antonella Bertoli. “Lodevole, a mio giudizio la sua ricerca di nuove forme narrative – sottolinea - nel proporre pagine di storia polesana iniziata con il romanzo ‘La Boje’ per arrivare a quest’ultimo ‘Nome di battaglia Fior Di Stelo’. Così si comprendono meglio anche le parole della stessa Dobrilla quando ebbe a dire: ‘Noi resistiamo comunque, facciamo ciò che ci comanda il cuore: ogni occasione è utile per far fuori fascisti e tedeschi. La nostra resistenza armata è inconfondibile perché nasce dalla nostra coscienza di classe, da ciò che ci hanno insegnato i braccianti che hanno lottato per il pane, da coloro che alla fine del 1800 hanno costituito il movimento de La Boje, dalla loro profonda tradizione socialista, che vent’anni di fascismo non son o riusciti a cancellare’. Questa è stata la Resistenza”.

Una presa di posizione netta, una chiara scelta di campo che trova le sue motivazioni ideali, culturali e sociali nella lezione del padre. “Fior di Stelo – prosegue Rigoni - si abbeverava con famelica ingordigia alle parole del padre che raccontava di mondi ove i poveri non erano più tali. Dobrilla lo ascoltava con gli occhi che brillavano e sognava un mondo di liberi e uguali, senza prepotenti che bastonavano i poveri, e ce n’erano tanti, iscritti ora in un elenco speciale tanto che erano costretti ad andare a chiedere la carità di là da Po perché in paese erano additati come miserabili e presi in giro, o addirittura picchiati perché senza tessera annonaria e non potevano nemmeno comprare il pane. Per fortuna lei, dopo averlo chiesto a Gigion (Luigi Giovannini, il padre, ndr) dava loro, di nascosto, dai fascisti una pagnotta”.

E conclude: “Antonella Bertoli racconta una semplice storia di paese, se è lecito usare tale termine, incardinandola nel contesto generale degli avvenimenti di quegli anni che hanno segnato la vita quotidiana delle piccole realtà, così come dei centri maggiori cosicché non si avverte distinzione tra piccola e grande storia. E’ la Storia. E’ questo libro è particolarmente importante affinché la storia non vada dimenticata, la storia di donne e uomini che hanno lottato in guerra e in tempo di pace”.

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