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La diva che diede voce al cinema

L’attrice originaria del Polesine fu protagonista nel primo film “parlante” girato in Italia

La diva che diede voce al cinema

Dria Paola, la madrina del cinema sonoro è tornata nella sua Rovigo, dove ha trovato casa nel cinema teatro Duomo, grazie alla mostra documentaria a lei dedicata da Luca Malin e Massimo M. Veronese, con il contributo di Fondazione Rovigo Cultura e la collaborazione di Zico, che gestisce il cinema in centro a Rovigo.

Un sogno a lungo cullato, come hanno dichiarato i curatori, che già si erano spesi in iniziative nel 2020, in occasione del novantesimo del primo film sonoro, “La canzone dell’amore” (1930), di cui Dria Paola fu protagonista ed ora coronato con l’inaugurazione della mostra a lei dedicata, avvenuta proprio la vigilia del trentennale della sua scomparsa (12 novembre 1993).

Si tratta di Pietra Giovanna Matilde Adele Pitteo (vero nome, nata a Rovigo nel 1909), una star del cinema muto, che a soli ventun anni balzò alla notorietà nazionale, tenendo a battesimo il primo film “parlante” realizzato in Italia, ritiratasi a 32 anni, dopo una trentina di film. La sua frase “Di luce mia propria o riflessa brillai e fui star” campeggia su un mega pannello di 12 metri per 3, nel fondale della sala di proiezione, che riporta una serie di gigantografie di scatti in primo piano per lo più inediti concessivi dalla famiglia (in particolare, i due cugini Rosanna Faido e Giancarlo Cocco, presenti all’inaugurazione di sabato scorso) e dall’archivio del Corriere della Sera. Le date in loro corrispondenza e la progressione cronologica permettono di cogliere l’evoluzione e maturazione espressiva dell’attrice da “ragazzina” - come fu spesso definita ai suoi esordi - a donna nel pieno della sua femminilità, una femminilità, per altro, meno appariscente delle dive hollywoodiane, ma intensa e familiare, che fece subito breccia nel pubblico di allora.

Lungo la scalinata, che porta al piano superiore, fanno bella mostra altri pannelli che ne ricostruiscono la carriera, mentre i gradini sono stati personalizzati sulle alzate con i titoli di tutti i suoi film. Completano la mostra due sagome in grandezza naturale di Dria, quasi ad accogliere gli spettatori.

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