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Quando un cellulare rovina matrimoni e amicizie

Applausi per "Perfetti sconosciuti", commedia tratta dal celebre film.

Quando un cellulare rovina matrimoni e amicizie

Al teatro Sociale la commedia "Perfetti sconosciuti"

La scatola nera della nostra vita. Come ha detto Valeria Solarino in “Perfetti sconosciuti”, commedia agrodolce andata in scena venerdì sera al teatro Sociale di Rovigo, il telefono cellulare è come “una scatola nera in cui abbiamo messo dentro tutta la nostra vita e i nostri segreti. Quante coppie si separerebbero se quello che c’è dentro si venisse a sapere”. Ed è proprio il cellulare il protagonista di Perfetti sconosciuti, la storia diretta da Paolo Genovese, tratta dall’omonimo film campione d’incassi e vincitore di numerosi premi.

Un gruppo di amici si ritrova a cena e, così per gioco, si decide di mettere i telefonini sul tavolo e che ogni messaggio o telefonata sarà condivisa con tutti, senza alcuna riservatezza. Una sorta di grande fratello autoinflitto. Ed è a questo punto che l’amicizia, apparentemente trasparente finisce sul filo del rasoio, con coppie costrette a giustificare o mistificare tradimenti veri o virtuali, menzogne e piccoli o grandi segreti. Una girandola di equivoci e rivelazioni che si alternato a battute fulminanti e scene di vita quotidiana, la preparazione della cena, lo scrutare il cielo per ammirare una eclissi di luna, le freddure fra amici.

Il cast di attori (Paolo Calabresi, Lorenza Indovina, Anna Ferzetti, Valeria Solarino, Marco Bonini, Alice Bertini, Dino Abbrescia, Massimo De Lorenzo), molti protagonisti di film e serie tv, mantiene alto il ritmo per tutta la commedia, forse anche più che nella versione cinematografica. Tutti bravi e con parti equivalenti. Dinamica la regia, i personaggi occupano tutta la scena, attenta ai cambi di registro a seconda delle varie situazioni (scherzi fra amici, dramma delle rivelazioni, pause nei momenti imbarazzanti). Tutti abili nell’impersonare personaggi con un segreto da nascondere.

Una scenografia a due livelli sfalsati suggerisce bene i momenti in cui i protagonisti possono appartarsi per tentare doppigiochi o “aggiustamenti”, il divano al centro, con il tavolino di fronte, è il cuore della storia, dove i cellulari sfornano suonerie, sotterfugi e imbarazzi. E proprio il telefonino assurge a simbolo dei moderni rapporti umani, per occultare e comunicare, tradire e ferire. Un tempo reale, quello di una serata in compagnia, che trasforma vite e rovina famiglie. Amaro anche il finale, che sembra suggerire quello che sarebbe senza la condivisione delle “scatole nere”: vite parallele in cui niente è come sembra. Applausi e risate hanno sottolineato l’interpretazione degli attori, risate dal sapore agrodolce.

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