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Lions Rovigo

La Memoria rivive nelle parole della Segre

Un reading teatrale per non dimenticare

La Memoria rivive nelle parole della Segre

Il ricordo della Shoah nelle parole di Liliana Segre. Emozionante la serata organizzata da Lions Rovigo. Toccanti le parole di Liliana Segre su cui si è fondato “L’ebrea! Io Liliana ho scelto la vita”, il reading teatrale proposto lunedì scorso, in prossimità della Giornata della memoria, dal gruppo no profit di video teatro civile Orizzonte degli eventi.

Lo spettacolo di Marco Barin, diretto da Marco Mucci, ha avuto per protagoniste Rita Marchioni, Rossana Turrato Vallese, Luana Volpe e Letizia Zambon, con la partecipazione di Giorgia Forno, e si è basato su testi scritti e concessi dalla Segre. Le parole, pronunciate con pacata intensità hanno messo in luce la follia della Shoah, ripercorso le fasi salienti della sua vita da deportata, mostrando la freddezza e l’assurdità delle infinite violenze e umiliazioni subite, fino al giorno della liberazione.

Gremita la sala degli Arazzi di Palazzo Roncale per questo evento culturale promosso da Lions Club Rovigo Host. Il presidente Ruggero Zambon ha spiegato: “Vogliamo porre attenzione all’obiettivo che si propone di ridurre le disuguaglianze e nello stesso tempo rispettare e coltivare tutte le diversità. Noi Lions non solo vogliamo ricordare, affinché il passato non si ripeta, ma vogliamo contribuire alla divulgazione della memoria”.

L’evento è stato introdotto da Sofia Teresa Bisi, che ha ricordato la storia della comunità ebraica a Rovigo dal XIII al XX secolo, evidenziando le politiche antisemite che si sono susseguite nel tempo, le caratteristiche del ghetto e poi della sua decadenza, fino alle demolizioni di epoca fascista. È stato anche proiettato un intervento a video di David Parenzo, giornalista, conduttore televisivo. Ha raccontato il suo rapporto con la nonna, che era stata deportata e che ha pianto il giorno in cui, con il portafoglio, le è stata rubata la stella gialla che per tanto tempo è stata il simbolo della sua identità di perseguitata”.

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