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cultura
04.05.2024 - 07:28
Un taglio del nastro del Maggio rodigino che più internazionale non si può, visto che tutto ha preso il via a New York, dall'Istituto di cultura americana, dove il direttore Fabio Finotti e il presidente del Lions Club Rovigo Host Ruggero Zambon si sono collegati in videoconferenza con l'Urban digital center, in un abbraccio virtuale attraverso l'oceano nel segno di Xanto Avelli, con un convegno sul ceramista e poeta rodigino.
Il saluto iniziale è stato sulla sponda americana, da parte del professor Finotti: “L'Istituto italiano di cultura di New York – ha spiegato - ha cercato in questi anni di mettere in rilievo come la cultura artigianale non sia staccata dalla dimensione artistica. Emblema di questo rapporto fra arte e artigianato è proprio Avelli. Per lui erano importanti non solo forma e colore, ma anche l'idea, quella del ritorno del mito antico. Le sue opere erano fatte per vivere quotidianamente nelle case. Questo aspetto è importante, perché spesso siamo portati a credere che il design sia novecentesco, invece è un'invenzione del Rinascimento. Avelli, ma anche artisti come Michelangelo e Cellini, con le loro grandi opere da un lato e dall'altro anche saliere, piatti, anfore, cioè arredo rinascimentale, univano grandi architetture a forme del vivere quotidiano”.
All'incontro, moderato da Isabella Sgarbi, primo vicepresidente Lions Club Rovigo Host, che ha letto un messaggio della presidente della Fondazione Rovigo Cultura Elena Busson, ha portato il proprio saluto il presidente della Fondazione Banca Del Monte Giorgio Lazzarini, che oltre a “ringraziare l'Istituto italiano di cultura di New York per l'attenzione che ha voluto dedicare a questo nostro artista di Rovigo”, ha ricordato l'impegno della Fondazione stessa nella riscoperta di Avelli: “Nel 2007, venuta a conoscenza di una mostra su Xanto, a Londra, alla Wallace Collection, decide di pubblicare l'edizione italiana del catalogo e presentarlo a Rovigo. L'evento suscitò un interesse tale da promuovere acquisto di un'opera, grazie all'impegno della Fondazione e alla collaborazione di altri enti, il piatto Ero e Leandro, che ora fa bella mostra di sé al Museo dei Grandi fiumi”.
Da New York, Zambon ha ringraziato il professor Finotti per l'ospitalità “fisica, qui all'Istituto italiano di cultura, e virtuale sul loro canale Youtube, che ci dà la possibilità di presentare Xanto Avelli ad un pubblico internazionale, a 16 anni dalla prima mostra internazionale a Londra che lo portò alla ribalta mondiale”. Tornando a Rovigo, il presidente della Provincia Enrico Ferrarese, portando il proprio saluto ha sottolineato come Avelli sia stato un “artista rodigino e fiero di essere tale, il marchio nelle sue opere non lascia dubbi”. Il presidente dell'Accademia dei Concordi Pier Luigi Bagatin, ha ricordato come, “il Maggio ha fatto bene a iniziare in grande con Xanto Avelli, che fa parte della cerchia ristrettissima degli artisti polesani che hanno guadagnato fama internazionale, insieme ai Canozi da Lendinara, maestri di intaglio, e Mario Cavalieri, pittore di livello internazionale, con la sua maniera di sentire il colore”.
Dopo una lettura teatralizzata di Letizia Piva e Paolo Rossi di Minimiteatri della storia di Ero e Leandro, la professoressa, giornalista e storica dell'arte Micol Andreasi ha tenuto una riflessione intitolata “In punta di pennello e di penna: Xanto Avelli da Rovigo maiolicaro e scrittore”, accostando varie opere di Avelli e incrociando le fonti dell'epoca, come le opere di Petrarca e gli eventi storici. La storica dell'arte e saggista Valentina Lapierre ha invece letto una relazione su “La produzione ceramica a Ferrara al tempo di Xanto Avelli”, perché si ritiene che proprio Ferrara sia stata una delle prime tappe del suo girovagare dopo gli stravolgimenti che interesseranno Rovigo passata dagli Estensi a Venezia e colpita da peste e alluvioni. La professoressa Anna Cerboni Baiardi dell'Università di Urbino ha poi affrontato il tema “Xanto 'maiolicaro' alla corte di Urbino”, ricordando come Avelli, “pittore prestato alla maiolica”, sia stata una figura centrale della cultura urbinate.
In chiusura, Elisabetta Lorenzetti, presidente della Fondazione per lo Sviluppo del Polesine, che promuove il Maggio rodigino ha espresso la propria soddisfazione per l'importante momento di apertura, ringraziando tutti e, in particolare, la direttrice artistica Zoe Pia.
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