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“E’ normale essere diversi”

Il Festival dei Popoli

“E’ normale essere diversi”

Gran finale, domenica sera, per l’edizione 2024 del “Festival dei Popoli”, organizzato dal Centro documentazione Polesano a Salvaterra di Badia Polesine nella Casa della cultura e della legalità.

E’ stata una settimana molto intensa e partecipata, caratterizzata da incontri-conversazione, spettacoli di teatro-danza e di musica. Il tutto con la cornice interna della mostra fotografica ideata e allestita dalle studentesse e dagli studenti della classe terza Asu dell’istituto “Primo Levi”; gli alunni, ad ogni incontro, hanno spiegato il senso dell’esposizione denominata “E’ tutta una questione di genere?”, guidando nel percorso di visitatori, il tutto con il coordinamento della docente Chiara Mora.

Nell’ultima serata della manifestazione sul palco, il danz-attore Thierry Parmetier, che non manca mai alla chiusura del festival; con lui era presente Laura Chemello, al fine di proporre lo spettacolo di teatro-danza dal titolo “Si ricomincia sempre” composto dalle letture della voce narrante di Nadia Poletti. A trarre le conclusioni l’ormai tradizionale intervento di Gianni Tognoni, segretario generale del tribunale permanente dei popoli, e successivamente è intervenuto anche don Pierantonio Castello, fondatore del Centro documentazione polesano sorto nel 1973 con il nome “Esperienze e dialogo”.

Proprio Tognoni si è complimentato con i giovani studenti per la mostra allestita che “hanno riassunto in poche cose, un passaggio da un sentirsi abitanti di un mondo molto diverso attraverso tanti passaggi non facili, molto conflittivi. Le foto della mostra dicono che è normale essere diversi. Questo festival originale, pensato, costruito in una maniera importante che dice che è il tempo per le nuove generazioni di dire qualcosa. La storia di questi tempi dice che il modo si riunisce per mettersi d’accordo su quante armi servono per essere venduto, trasformando la guerra in una struttura portante di questa società”. Ha poi parlato di elezioni europee senza Europa: “Il problema di una futuro e che possa essere molto diverso e molto bello perché ha appreso che tutte le diversità devono essere permesse, anzi favorite. L’essere umano ha diritti inviolabili che vanno resi accessibili a tutti”. Sul palco i giovani del “Levi”, Beatrice, Francesca, Vittorio, che con Remo Agnoletto hanno chiuso la manifestazione.

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