VOCE
isola di albarella
27.09.2024 - 20:00
Nuove frontiere dell’intelligenza artificiale: è stato questo il tema della conviviale di settembre, organizzata dal Rotary Club di Adria al Golf hotel di Albarella. Relatore Alfonso D’Ambrosio, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Lozzo Atestino.
Laureato in fisica, con dottorato in ingegneria aerospaziale e attività di ricerca su neuroimaging e microscopia multifotone, svolge anche attività di formatore nelle materie Stem con metodologie didattiche innovative.
Dopo il tradizionale saluto alle bandiere, il presidente del Rotary di Adria Giovanni Vianello ha rivolto un sentito ringraziamento all’assistente del governatore Marco Avezzù Pignatelli, ai soci e ai presidenti degli altri club intervenuti alla serata: Laura Foralosso per Rovigo, Andrea Casini per Porto Viro Delta Po, Remo Saggioro per Badia-Lendinara-Alto Polesine, Michele Panaiotti per Chioggia. Il presidente ha anche ricordato il tratto di percorso fatto insieme ai due club di Chioggia e di Este, base di un significativo rapporto d’amicizia tra club. Ha quindi rivolto il suo sentito ringraziamento a D’Ambrosio, al quale lo lega un’amicizia più che decennale.
Prima di lasciargli spazio, ha condiviso con i soci alcune riflessioni sul tema, “Di sicuro la macchina intelligente cambierà profondamente la struttura della società. Ricordo che in occasione del G7 di Borgo Egnazia, Papa Francesco ha definito l’intelligenza artificiale uno strumento affascinante ma, al contempo, tremendo perché rischia di mettere in pericolo la centralità dell’uomo”, ha detto.
“Non è un ‘io’, non ha psiche: è incapace di sviluppare una sua etica ispirata alla coscienza del bene”, ha detto ancora, richiamando la posizione di Luciano Floridi, professore di scienze cognitive all’università Yale, che invita “a vigilare perché queste tecnologie non finiscano nelle mani sbagliate e a trattenere i facili entusiasmi. Per Floridi si deve trattare l’intelligenza artificiale come i pastori trattano le pecore: ‘Vanno curate, vanno tosate, ma non vanno mai lasciate da sole in un giardino di rose’”.
La parola è quindi passata al relatore che esordendo ha ricordando il valore della la letteratura che ha spesso anticipato e ispirato lo sviluppo tecnologico; così è successo anche per l’Ai dato che si incomincia a parlarne fin dai primi decenni del Novecento.
A titolo esemplificativo, ha commentato le tre leggi della robotica scritte già a partire dal 1940 dallo scrittore di fantascienza Isaac Asimov: “Un robot non può recare danno a un essere umano, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno; un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla prima legge; un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la prima o con la seconda legge”.
Di seguito il professor D’Ambrosio ha sviluppato il tema nelle sue diverse angolazioni, focalizzando soprattutto i possibili vantaggi che potrebbero derivare dall’impiego dell’Ai: dai veicoli a guida autonoma, alle applicazioni in ambito medico, allo sviluppo di farmaci di ultima generazione, all’impatto sull’ambiente.
Si è soffermato, infine, anche sui conseguenti aspetti etici che ne impongono un’attenta e competente valutazione.
All’intervento sono seguite numerose domande che hanno permesso di sviscerare anche ulteriori aspetti. Un lungo applauso ha manifestato a D’Ambrosio il vivo interesse dei presenti e la riconoscenza per una relazione tanto ricca e competente.
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