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Tra Matteotti e l’eccidio dei 43

Il ricordo

Tra Matteotti e l’eccidio dei 43

Domani a Villamarzana saranno celebrati gli ottant’anni dall’eccidio fascista che il 15 ottobre del 1944 costò la vita a 43 persone, 42 sul posto, una qualche giorno dopo. Numerose le attività in tutta la provincia legate alle commemorazioni, tra queste l’incontro organizzato dall’Anpi provinciale di Rovigo, nei giorni scorsi, con il presidente nazionale dell’associazione, Gianfranco Pagliarulo, autore del libro ‘Antifascisti adesso’, e Diego Crivellari, autore del libro scritto a quattro mani con Francesco Jori ‘Giacomo Matteotti, figlio del Polesine’.

All’interno del teatro parrocchiale di Villamarzana, alla presenza del presidente provinciale dell’Anpi, Antonella Toffanello e dei sindaci di Fratta Polesine, Giuseppe Tasso, di Bosaro, Elena Paolizzi e ovviamente di Villamarzana, Daniele Menon, Pagliarulo e Crivellari hanno avviato un dialogo tra la figura di Giacomo Matteotti, antifascista e la necessità di traferire quei valori in un modo nuovo di praticare l’antifascismo, oggi, adesso, come ha voluto sottolineare il presidente nazionale dell’Anpi durante il suo intervento. E, alla finestra ma non troppo, quei valori che dovrebbero caratterizzare profondamente le celebrazioni dell’Eccidio di Villamarzana, un eccidio tutto fascista, nell’organizzazione e nella realizzazione, messo in atto dalla Guardia nazionale repubblicana, dalle Brigate Nere.

A Villamarzana si è parlato del Matteotti amministratore e della necessità di arginare la deriva fascista, del Matteotti pacifista e antimilitarista, e dell’esigenza di applicare, oggi, senza ipocrisie, l’articolo 11 della Costituzione.

Da una parte si è chiuso un cerchio ideale rispetto alla contiguità politica e storica tra la figura di Matteotti, l’eccidio di Villamarzana e l’essere antifascisti, dall’altra si è aperto un percorso che deve coinvolgere soggetti diversi. “Non siamo più l’ombelico del mondo - ha detto Pagliarulo in chiusura. Il mondo richiede una visione plurale che va costruita. Ma per fare questo c’è bisogno di una visione del mondo che unisca il patriottismo, all’internazionalismo”.

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