VOCE
impresa e lavoro
30.10.2024 - 10:00
L’attività produttiva nel settore metalmeccanico del Veneto Est conferma la fase di debolezza. Secondo l’analisi congiunturale di Confindustria Veneto Est, nei primi sei mesi del 2024 la variazione è del -2,8% rispetto allo stesso periodo del 2023. Le esportazioni del comparto metalmeccanico hanno registrato nel primo semestre una contrazione del -4,8%.
Intanto si guarda al rinnovo del contratto di settore. Si è tenuto a Padova, nella sede di Confindustria Veneto Est, l’incontro tra le imprese del gruppo metalmeccanico e il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi che ha aggiornato sull’andamento della trattativa di rinnovo del contratto e ha illustrato la proposta di Ccnl Esg presentata da Federmeccanica ed assistal alle organizzazioni sindacali il 10 ottobre scorso. Sono intervenuti Antonella Candiotto, presidente gruppo metalmeccanico di Confindustria Veneto Est, e Antonio Pescosolido, dirigente relazioni industriali di Federmeccanica.
L’incontro ha approfondito il tema del rinnovo contrattuale, con particolare attenzione alle dinamiche delle province raccolte in Confindustria Veneto Est: Padova, Treviso, Venezia e Rovigo. Un’area vasta tra le prime in Italia per rilevanza dell’industria metalmeccanica, con oltre 12.600 unità locali e circa 132 mila addetti attivi, pari al 56% e al 53,2% rispettivamente del totale regionale del settore. Tutte le garanzie e i benefici previsti nell’ultimo contratto vengono confermati nella proposta di Federmeccanica, che aggiunge ulteriori trattamenti migliorativi: più sostenibilità - più solidarietà - più tutele - più inclusione - più benefici economici. Viene previsto il mantenimento del meccanismo di adeguamento retributivo all’andamento dell’inflazione che nel periodo di vigenza del ccnl 2021 ha determinato un adeguamento dei minimi tabellari pari a 310 euro lordi al livello C3.
In aggiunta, tra i punti qualificanti si segnala: il riconoscimento di 700 euro lordi annui a fronte di un margine operativo lordo su fatturato superiore al 10%; l’innalzamento dei flexible benefits a 400 euro a regime nel caso in cui gli attuali 200 euro vengano destinati a servizi con valore sociale e ambientale; la tutela dell’autosufficienza con copertura assicurativa gratuita; il miglioramento delle prestazioni di assistenza sanitaria integrativa; le misure di indirizzo per le assunzioni destinate al personale femminile; più sicurezza sul lavoro; più conciliazione vita lavoro.
“La proposta di Federmeccanica non solo risponde alle principali richieste del sindacato ma è un ulteriore passo verso i bisogni delle persone di oggi e di domani - dichiara Antonella Candiotto, presidente gruppo metalmeccanico di Confindustria Veneto Est - La situazione congiunturale del comparto metalmeccanico è complicata, fortemente esposta a pressioni competitive e marginalità molto ridotte. In questo senso, fondamentale è anche il mantenimento e l’implementazione di determinate azioni a livello nazionale, su tutte la riduzione del cuneo fiscale”. “Il Ccnl esg è un insieme di elementi, come tasselli che compongono un mosaico - dichiara Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica -. Si va dagli aspetti sociali-solidaristici, alla formazione e alla sicurezza sul lavoro, agli aspetti ambientali, fino alla governance sugli appalti e la partecipazione”.
Dal punto di vista della struttura produttiva, l’area vasta Padova, Treviso, Venezia, Rovigo raccolta in Confindustria Veneto Est è tra le prime in Italia per rilevanza dell’industria metalmeccanica, con oltre 12.600 unità locali e circa 132 mila addetti attivi, pari al 56% e al 53,2% rispettivamente dell’intero settore del Veneto (22.587 unità locali, 247.555 addetti). È tra le aree leader nazionali per quanto riguarda i prodotti in metallo (oltre 57 mila addetti), i macchinari e apparecchi (59 mila addetti) ed è ai primi posti relativamente ai mezzi di trasporto (9 mila addetti) e alla metallurgia (6 mila addetti). Il valore delle esportazioni generato dal metalmeccanico si attesta ad oltre 17 miliardi di euro nel 2023 (circa metà dell’export regionale del settore).
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