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alla gran guardia

Donna e cultura: un binomio indissolubile, fuori dai clichè

Focus su arte e potere nell’epoca di Napoleone. Il sindaco Cittadin: “Ora eliminare ogni disparità”.

Donna e cultura, un binomio indissolubile, fuori dai clichè

L’evento alla sala della Gran Guardia

Ho voluto raccontare donne di grandi talenti, affermate in un’epoca senza le quote rosa, capaci di portare cultura; è nostro dovere restituire la parola alle donne del passato, così che la nostra voce diventi più forte”: sono state queste - dirette, affascinanti, coinvolgenti - le parole di Alessandra Necci, docente universitaria, scrittrice e biografa storica, nonché direttrice delle Gallerie Estensi di Modena, ospite d’eccezione dell’8 marzo rodigino.

Nella mattinata di oggi, infatti, in Gran Guardia ha preso il via “Donna: cultura e potere”, l’evento organizzato dall’assessorato alla cultura del Comune di Rovigo, in collaborazione con la fondazione Rovigo Cultura, intorno al libro dell’autrice “Al cuore dell’Impero. Napoleone e le sue donne fra sentimento e potere”.

Sulle corde dei brani eseguiti dall’Ensemble di chitarre dell’istituto comprensivo Rovigo 3, con la guida di Silvia Massimi, il “cordis” dell’incontro è stato uno: il ruolo, la figura, l’importanza della donna nella costruzione della storia, al di fuori dei luoghi comuni tanto riecheggianti nell’attualità.

Necci, in dialogo con Denis Baldin, tra testimonianze storiche e famigliari punteggiate dall’ordito della leggenda, ha presentato le vicende dell’entourage femminile di Napoleone. Sono 8 i volti delle donne, straordinarie, che ne hanno tessuto, curato, a volte anche rattoppato, la trama di vita: da Letizia Ramolino, la “Madame Mère”, a Elisa Bonaparte, l’ambiziosa, dalla canoviana Paolina a Carolina, la traditrice, fino ad arrivare a Giuseppina de Beauharnais, Maria Walewska, Maria Luisa d’Austria e ancora Betsy Balcombe.

Queste donne - ha evidenziato la scrittrice - sono state capaci di portare cultura, strumento di coesione e espressione. Mi piace far vedere che le donne si sono affermate sempre”. E, facendo un salto nel territorio, come è stato sottolineato durante l’iniziativa, anche il Polesine ha saputo essere terra di tante donne straordinarie. Da Cristina Roccati, terza donna laureata al mondo, alla polesana d’adozione, Jessie White, fino a quella Lucrezia Borgia, tanto vittima di voci e stereotipi, che oggi si riscopre anche grazie agli studi della Necci.

Il valore di una donna non si misura da una celebrazione una volta l’anno: oggi scopriamo le donne che si sono impegnate senza bisogno di privilegi e quote, che hanno fatto la differenza, scopriamo cosa sta dietro la faccia della storia”, ha commentato il sindaco Valeria Cittadin, seguita dal senatore Bartolomeo Amidei: “Esistono purtroppo, ancora oggi, disparità, in particolare nel lavoro e nello stipendio; questa festa diventi anche l’occasione per celebrare la fine delle disparità”. Plauso anche dall’assessore alla cultura, Erika De Luca, che ha concluso: “Non solo oggi dobbiamo festeggiare. La cultura è stata ed è strumento di crescita e emancipazione”.

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