VOCE
Rosolina Mare
21.07.2025 - 07:25
Una grande serata quella di sabato 19 luglio a Rosolina Mare, dove il palco del Rosolina Beach Festival ha ospitato un’autentica icona della musica italiana: I Nomadi.
Fondata nel 1963 da Beppe Carletti e dal compianto Augusto Daolio, la storica band ha dimostrato, ancora una volta, la forza immortale della sua musica e del suo messaggio.
“Siamo qui per suonare, per ricordare e per resistere con la musica”, ha detto dal palco Carletti, accogliendo un pubblico accorso da ogni angolo d’Italia.
Non è un’esagerazione: fan club arrivati dalla Liguria, dalla Toscana e da tutto il Veneto hanno gremito l’arena, stringendosi sotto al palco con bandiere, striscioni e dediche che, come da tradizione, la band ha letto pubblicamente, ricambiando affetto con affetto.
Con oltre 15 milioni di dischi venduti, 82 album pubblicati e più di 60 anni di attività, I Nomadi sono tra i gruppi più longevi al mondo e il terzo complesso italiano per vendite, eppure rimangono fuori dai grandi circuiti televisivi.
Nonostante ciò, il legame con il pubblico è rimasto inalterato nel tempo.
“Noi siamo la voce di chi non ha voce – ha detto Yuri Cilloni, voce del gruppo dal 2017 – e continueremo a cantare storie che contano”.
Il filo conduttore della serata è stato chiaro fin dalle prime note: pace, giustizia e memoria. L’omaggio a Paolo Borsellino, caduto nella lotta alla mafia, ha aperto il concerto, mentre i grandi classici della band hanno ribadito l’impegno sociale e umano che da sempre caratterizza la produzione dei Nomadi.
Canzoni come “Dio è morto” e “Gli aironi neri” sono risuonate come inni di speranza e riflessione.
Sul palco, accanto a Carletti, il chitarrista Cico Falzone (nel gruppo dal 1990), il bassista Massimo Vecchi (dal 1998), il violinista Sergio Reggioli (Violino, chitarre e canto nel gruppo dal 1998), Domenico Ingaggiato (ultimo arrivato - nel 2023 - ma grandissimo batterista ) e, appunto, Yuri Cilloni.
Una formazione solida e affiatata, capace di reinterpretare i classici senza tradirne lo spirito originario.
Presente anche il banchetto di Amnesty ed emozionante anche il ricordo dell’Associazione Augusto per la Vita, che sostiene la ricerca sul cancro attraverso borse di studio e pubblicazioni dedicate a Daolio. “Ogni concerto è un modo per tenere viva la sua voce”, ha sottolineato Carletti.
A chiudere la serata, tra cori e applausi, è stata ovviamente “Io vagabondo”, l’inno di un’intera generazione che, a Rosolina Mare, ha riunito giovani e meno giovani in un unico, lungo abbraccio musicale. “Essere Nomadi - ha detto ancora Carletti - non è solo suonare: è un modo di vivere”.
E il pubblico, anche stavolta, ha risposto con tutto il cuore.
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