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Tre giorni di cultura, fede e comunità

Tra i ricordi anche la storia di Albano Bonafè, emigrato dopo l’alluvione del 1951

Tre giorni di cultura, fede e comunità

Grande successo e ottima partecipazione per la trentatreesima edizione della Festa dei Migranti di Panarella, una tre giorni di incontri, grazie agli organizzatori e all’impegno in particolare della Biblioteca Comunale “Mario Bonamico”, presso la Trattoria da Venerino. Presentati due libri importanti, uno riguardante la partigiana del Polesine, Dobrilla Giovannini, nata proprio a Panarella, uno su Luigi Salvini con “La dolce vita nell’isola di Bosgattia”, iniziata nel 1945 sempre a Panarella.

La festa è poi proseguita anche durante la scorsa domenica con la celebrazione della messa di Don Massimo Barison e Don Georges Manirambona, per la festa di San Luigi Gonzaga. A seguire, la solenne processione aperta da cavalieri a cavallo, alla presenza dei Lagunari e cadenzata dalla banda di Porto Viro.

Durante la serata poi momento finale, aperto dal gradito saluto dell’assessore regionale Cristiano Corazzari, intervenuto appositamente: “La Festa del Migrante è un momento speciale per ricordare anche Monsignor Valentino Tonin, guida spirituale per tanti polesani nel mondo. Quest’anno, la serata ricorda anche la storia di Albano Bonafè, di Panarella che emigrò due volte nel 1951, in seguito alla tragica alluvione e anni dopo per motivi di lavoro. Un momento di fede, comunità e condivisione che unisce tradizione e accoglienza”.

A conclusione della riunione conviviale, la dottoressa Luciana Passarella, presidente della Biblioteca, ha consegnato ad Albano Bonafè, ritornato a quel paese che aveva lasciato definitivamente e per la seconda nel 1984 per trasferirsi in Emilia, una pergamena ricordo.

Infatti Bonafé era emigrato con la famiglia a Torino nel 1951 a seguito della alluvione, era poi ritornato per ripartire anni dopo per trasferirsi in Emilia: “Un piccolo ma significativo e sentito riconoscimento - ha detto Passarella - che gli spetta di diritto perché Albano Bonafè ha tenuto alto il nome di Panarella con la sua vita e la sua professionalità dimostrando che questo paese ha generato figli cittadini che si sono distinti nei luoghi ove sono emigrati guadagnandosi unanime rispetto”.

Non ha mancato di ringraziare i presenti per in calore dimostrato; infatti molti sia del paese che di luoghi vicini erano intervenuti per manifestare al festeggiato ritornato dopo tanto tempo la loro amicizia conservatosi nel tempo. Questo il testo della pergamena: “Ad Albano Bonafè, per il suo gradito ritorno a Panarella, che porta sempre nel cuore”. Il ricordo del paese è diventato parte della sua vita e rimane indelebilmente impresso nella memoria. Panarella gli è riconoscente.

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