VOCE
Adria
13.09.2025 - 05:00
Un altro successo alla biblioteca comunale “Luigi Groto” di Adria grazie all’incontro organizzato insieme al gruppo Alpini e intitolato “La ritirata in Russia. Il Polesine e i suoi Alpini” per ricordare i 65 anni dalla nascita della sezione adriese. Relatore principale Gino Bedeschi, coinvolgente e preparato, che ha saputo tenere l’attenzione del numeroso pubblico presente nel ricordare le tristi vicende storiche con il sacrificio del corpo di spedizione italiano nel quale figuravano anche numerosi polesani, con mansioni e specialità diverse, al fianco degli Alpini.
Settantasei, ma forse anche di più, i caduti polesani. Il dubbio emerge per il fatto che non si conosce il numero esatto dei militari andati sul Don, così come non si conosce il numero esatto dei caduti travolti nella sacca. La notizia certificata della morte si ebbe solo successivamente, quando i famigliari si rivolgevano alle istituzioni per richiedere la pensione di guerra. Dopo i saluti istituzionali, del presidente del consiglio comunale, Fortunato Sandri, del responsabile della biblioteca Paolo Rigoni, del capogruppo alpini Matteo Sacchetto, un caldo invito è stato rivolto ai presenti perché collaborino a ricostruire la storia della Campagna di Russia contribuendo con la propria documentazione familiare, se ancora in possesso, ed informare il gruppo alpini e Gino Bedeschi.
Gino Bedeschi, laureato in giurisprudenza e in storia contemporanea, è docente presso il polo tecnico di Adria. Collabora come ricercatore con l’Istituto polesano di storia della Resistenza e dell’età contemporanea. Iscritto al gruppo adriese degli alpini, ne va molto fiero. Ha iniziato a interessarsi della spedizione in Russia, in merito a cause e conseguenze della disfatta nell’inverno tra 1942 e 1943. Per il professore, un omaggio agli alpini e ai soldati che vissero terribili esperienze. Tra le sue pubblicazioni: “Una lunga estate calda. La resistenza nel Polesine” per Minelliana, “A monito e primo esempio. La Repubblica sociale nel Polesine 1943-1945” per Apogeo e, sempre per Apogeo, “Il Polesine nel primo dopoguerra, le lotte contadine del biennio rosso e l’avvento del fascismo”.
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