Cerca

rovigo

Cello City, un festival di successo

Una serie di concerti, masterclass, approfondimenti in attesa del gran finale con VioloncElio

Cello City, un festival di successo

Anche questa volta il festival Rovigo Cello City ha colto nel segno. La dodicesima edizione del festival rodigino del violoncello, la cui fama ha superato di gran lunga i confini del Polesine, ha proposto un’intensa settimana, fatta di concerti serali e di masterclass tenute da due grandi maestri del violoncello: Peter Somodari, primo violoncello dei Wiener Philarmoniker, ed Ettore Pagano, giovane e già affermato talento, recente vincitore del prestigioso Premio Abbiati.

Entrambi sono stati i protagonisti di altrettante serate concertistiche, che, nella migliore tradizione di Rovigo Cello City, li hanno visti sul palcoscenico insieme ai freschi talenti dei più promettenti allievi delle classi di violoncello del conservatorio rodigino. Il concerto di Somodari si intitolava emblematicamente Geometrie variabili, presentando suggestive trascrizioni per tre, quattro e cinque violoncelli e pianoforte, realizzate da David Vicentini e interpretate da Somodari e dai giovani allievi, Michele Ballo Bertin, Luca Talassi, Luca Dondi e Kiara Kilianska della classe di Luigi Puxeddu e Viola Guerra, della classe di Tiziano Berardi, con Désirée Scuccuglia al pianoforte. Pagano, invece, ha galvanizzato con la sua energia I Violoncelli di Rovigo Cello City, l'orchestra di soli violoncelli del festival, suonando da solista e in duo con Michele Ballo e Kiara Kilianska; mentre i violoncelli hanno accompagnato anche i due preziosi momenti dedicati al belcanto, con la giovane e promettente soprano Iolanda Massimo.

L'altra star del festival era il celebre solista tedesco Maximilian Hornung, che insieme ai Solisti filarmonici italiani ha tenuto il concerto di inaugurazione, regalando al pubblico una memorabile versione del celebre Concerto in re maggiore di Haydn. Fra le emozioni più intense della settimana c'è stato sicuramente il concerto dei fratelli Cardelli, Matteo, valente pianista, e Giacomo, primo violoncello dell'Orchestra del teatro La Fenice di Venezia, formatosi con Luca Simoncini, il maestro che ha creato nelle aule del conservatorio di Rovigo una rinomata scuola violoncellistica, di cui è evidente espressione proprio Rovigo Cello city. Infatti, Giacomo Cardelli con la sua brillante carriera rappresenta proprio la realizzazione degli auspici di questa manifestazione, che sono in primo luogo quelli di far crescere i giovani più talentuosi tramite l'esempio e la condivisione del palcoscenico con gli artisti già affermati: nel 2014, l’anno della prima edizione del festival, Cardelli era uno di loro, ed ebbe l'opportunità di debuttare proprio con il Concerto in re maggiore di Haydn.

Sempre nel solco della vocazione del festival di creare opportunità concertistiche per i giovani di talento, ha attirato un folto pubblico il concerto del dodicenne Antonio Pavan, pianista giovanissimo, così come l'esibizione del ventenne e versatile Michele Ballo Bertin, preceduta da un'avvincente intervento sulla storia del violoncello, curato da Nicoletta Confalone.

Prezioso è stato anche l’appuntamento con il workshop sulla psicologia della performance, tenuto dalla psicologa e violista Silvia Bontempi. Da ricordare anche il conferimento della borsa di studio alla memoria di Luca Simoncini, che la famiglia Simoncini offre ogni anno ad un allievo che si sia particolarmente distinto durante le master class, e che quest'anno è stata conferita a Luca Talassi, già in forza all'Orchestra giovanile cherubini diretta da Riccardo Muti.

Ed ora non resta che l’appuntamento VioloncElio del 21 settembre al teatro Sociale.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400