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L’INCONTRO

“Il Veneto ascolti la nostra voce”

L’ex assessore Dc “suona la sveglia” alla politica: “Siamo in ritardo, servono impegni concreti”

“Il Veneto ascolti la nostra voce”

Da area marginale a area strategica: Giulio Veronese, per oltre vent’anni assessore regionale Dc, riflette sul ruolo del Polesine all’interno del Veneto. Ieri mattina all’ostello Amolara di Adria, infatti, l’ex politico, 93 anni, ha presentato il suo ultimo libro, che si intitola, appunto, “Il Polesine nel Veneto, da area marginale a strategica”: un’opera che unisce memoria storica e riflessione politica sul ruolo della nostra provincia nello sviluppo regionale.

All’evento erano presenti anche tre sindaci: Massimo Barbujani di Adria, padrone di casa; Valeria Cittadin, primo cittadino di Rovigo, città in cui Veronese risiede fin dagli anni ’50; e Elena Paolizzi, sindaco di Bosaro, paese di cui Veronese è originario e dove è cresciuto. Presente anche l’assessore regionale Cristiano Corazzari, oltre all’ex presidente della Regione Veneto Aldo Bottin, all’ex assessore Luigi Covolo e numerosi amministratori locali.

Il libro, definito dal nipote Andrea Veronese, assessore all’urbanistica di Rubano, come “un taccuino di ricordi ma anche una guida per chi amministra le istituzioni”, ripercorre le difficili tappe che hanno segnato la storia economica del Polesine. Una terra provata dalle alluvioni (quella del 1951 e, nel Basso Polesine, quella del 1966) ma anche protagonista di una rinascita resa possibile da interventi straordinari: dalla chiusura dei pozzi di metano alla legge speciale del 1984, fino all’accordo con le Regioni del bacino del Po per la messa in sicurezza del territorio.

“Il Polesine non è più un’area marginale - ha ricordato Veronese - ma restano ritardi rispetto ad altre zone del Veneto. Oggi sembra che la Regione non voglia assumersi impegni concreti per il nostro futuro”. Una nota polemica, alla vigilia delle prossime elezioni regionali, che ha suscitato attenzione tra i presenti.

Gli interventi istituzionali hanno offerto spunti preziosi. I sindaci Barbujani e Cittadin hanno ricordato il ruolo politico e umano di Veronese tra gli anni Sessanta e Novanta, mentre l’assessore regionale Cristiano Corazzari ha sottolineato la necessità di rafforzare la rappresentanza del Polesine all’interno del Veneto: “Siamo una provincia piccola in una regione grande, ma la voce dei nostri 230mila abitanti deve essere ascoltata”.

Nel suo intervento conclusivo, Veronese ha rimarcato l’importanza dei piccoli Comuni rurali e montani, del settore agricolo e delle cooperative, veri pilastri della società veneta. Ha inoltre rilanciato la proposta di una scuola per formatori socioeconomici in agricoltura, sul modello olandese di Wageningen, per sostenere una nuova generazione di amministratori e cooperatori.

L’incontro si è chiuso con un messaggio chiaro: il Polesine deve essere visto non come periferia, ma come terra di opportunità, capace di coniugare memoria storica, sviluppo economico e rappresentanza politica. Un richiamo forte alle istituzioni regionali perché continuino a investire in questa parte di Veneto.

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