VOCE
villadose
29.09.2025 - 22:00
La memoria trova spazio in paese. Nella serata di venerdì, l’atrio di palazzo Patella a Villadose era gremito per la presentazione del progetto “Giardino della memoria dell’eccidio di Villadose”, promosso dall’Anpi locale. Un’iniziativa attesa e sentita, che renderà omaggio ai cittadini di Ceregnano, innocenti e inermi, rastrellati dai nazisti in fuga e fucilati il 25 aprile 1945 nei pressi del cimitero. Francesco Stocco, già presidente di Anpi, è stato il moderatore della serata.
I sindaci di Villadose, Pier Paolo Barison, e di Ceregnano, Egisto Marchetti, hanno evidenziato la collaborazione tra comunità, le camminate commemorative e il coinvolgimento delle scuole, affinché le nuove generazioni comprendano il significato del 25 aprile come giorno di sacrificio e libertà, auspicando che l’eccidio possa avere il riconoscimento che merita. Significativo anche il richiamo del mondo del lavoro, con la Cgil che ha ricordato l’apporto dei lavoratori alla Resistenza e la necessità di difendere oggi i valori conquistati.
Il presidente della sezione Anpi, Carlo Barotti, ha rievocato i tragici fatti che hanno portato all’eccidio, ricordando il dovere civile della memoria, ancor più dopo il lungo silenzio seguito alla strage, interrotto solo decenni dopo dall’apertura degli “armadi della vergogna” e da nuove indagini. Un vuoto di giustizia che rende ancora più urgente la costruzione di luoghi di memoria. Il progetto, ideato dall’architetto Guido Pietropoli, sorgerà proprio accanto al luogo della strage e sarà donato al Comune. Si articolerà in tre sezioni, corrispondenti ai momenti della tragedia: il rastrellamento, la segregazione nella “Casa del pastore” e la fucilazione presso il muro del cimitero.
“Non sarà solo un monumento - ha sottolineato Pietropoli - ma un giardino vivo, attraversabile, un invito a riflettere”. Nell’opera sarà dato spazio a 15 formelle rievocative di terracotta opera dell’artista Natale Calesella. E’ giunta all’evento anche l’ onorevole Nadia Romeo, che ha commentato: “Ora che l’umanità fa fatica a riemergere, progetti come questi ci riportano ai valori importanti: ha senso ricordare, riflettere quando l’obiettivo comune è perseguire la pace. Il Polesine ha dato tanto per la libertà”.
Nel finale ci sono stati gli interventi del professor Sparapan, che ha evidenziato il reale succedersi dei fatti dell’eccidio e il numero delle vittime, che sarebbero state 21. E’ seguito l’intervento di Adriano Romagnolo, secondo il quale le vittime sarebbero state 24. Ha ricostruito la successione degli eventi, sottolineando come, a quasi 80 anni di distanza, manchino ancora dati certi sulla vicenda. Il “Giardino della memoria” sarà inaugurato il 25 aprile 2026.
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