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Canaro

Alcazar, emozioni e spettacolo

La storia di una compagnia di varietà nella Rovigo della seconda Guerra mondiale, tra bombe e umanità

Alcazar, emozioni e spettacolo

Una gradita sorpresa in positivo il debutto della compagnia teatrale amatoriale Briciole d’arte di Canaro che, durante il weekend, al teatro parrocchiale del paese, ha proposto per due volte da sold-out una intensa e nuova produzione intitolata “Alcazar, il rifugio”, dal testo di Gianni Clementi, adattato a livello drammaturgico alla storia polesana, dalla regista Roberta Benedetto.

Uno spettacolo commovente e leggero, recitato con competenza, empatia, energia e carisma. La storia si intreccia con la “Storia”, quella del periodo della seconda guerra mondiale e, in particolare, dei rastrellamenti da parte dei nazi-fascisti che hanno purtroppo toccato anche il Polesine.

Ad essere protagonista corale, una scalcinata compagnia che propone il varietà e che tenta di arrabattarsi nella povertà. A tenere le fila, Costantino, ben interpretato in accento e, a tratti, lingua ferrarese da Fabrizio De Scrovi, che deve cercare di far andare avanti la compagnia, formata da Carmen, interpretata da una bravissima Mila Marangoni, da Iris, personaggio riuscitissimo e commovente proposto da Angela Ferrarese, da Saverio, in realtà Simone Bizzo, che ha fatto intrecciare, con simpatia ma anche commozione, temi che riguardano la propria identità, e da Mariuccia, giovane figlia di Costantino, con un problema fisico dalla nascita, artefice di un nuovo destino di speranza, di una nuova lotta partigiana; a lei, ha dato voce la brava Romina Cobianchi. A loro, si sono aggiunti altri due personaggi ovvero Ernesto, attore comico che dovrà affrontare il vero dramma della guerra, la cui voce è stata data da Alberto Garbellini che ha saputo proporne una corretta lettura, attraverso il diritto d’espressione e il ruolo della parola come principio di comunità, e Umberto, interpretato da Paolo Turolla, che con simpatia e coraggio ha dato modo di vedere un lato fondamentale di questo lavoro, che è quello della leggerezza. Come storia a cornice, quella di Ada, prostituta per necessità in tempo di guerra, che Cristina Bellettati ha donato al pubblico con onestà, con il soldato tedesco Luca Temporin e l’ufficiale tedesco Luciano Breda. Un plauso anche ai tecnici: Sergio Scanavini e Graziano Bianchin. Alla squadra, dietro le quinte, si aggiungono: Tiziana Marzola, Mauro Descrovi, Antonio Dal Ben.

L’arte salva da tutto, anche dal dramma più totale: è questo il messaggio che viene lasciato da un lavoro che consegna un messaggio di teatro civile, attraverso le corde della leggerezza, un po’ alla maniera del capolavoro cinematografico di Paola Cortellesi “C’è ancora domani”. La compagnia, visibilmente emozionata con la sua regista, altrettanto toccata da questo debutto, ha dato inizio ad un viaggio che saprà commuovere e saprà anche smuovere le coscienze dei numerosi pubblici che, sicuramente, potranno godere di nuove repliche di questo prezioso lavoro.

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