VOCE
adria
28.10.2025 - 06:24
Giovedì alle 17.30 in sala Federighi, al terzo piano del municipio di Adria, nuovo appuntamento organizzato dalla biblioteca comunale Luigi Groto per il ciclo di eventi “Alla scoperta della storia”. Ad essere ospite, Ettore Beggiato, autore dell’opera “1797: la Serenissima e l’occupazione napoleonica” per la casa editrice Veneta.
“Il tremendo zorno del dodese”, ovvero “il tremendo giorno del 12 maggio 1797”, segna la fine di Venezia dopo 1100 anni di indipendenza, quando il doge Ludovico Manin presiede per l’ultima volta il Maggior Consiglio. Una conclusione verso la quale la Serenissima si era avviata da tempo che ha il suo epilogo nella dichiarazione di guerra di Napoleone alla Repubblica del Leone il primo maggio dello stesso anno.
Ad Adria, ormai presaga, solo una ventina di giorni prima, precisamente il 25 aprile del 1797, giorno di San Marco, festa nazionale, Francesco Girolamo Bocchi annota negli Annali: “In questa mattina nella solita Processione di San Marco la Città fece portare una sua Bandiera con l’Insegna Marchesca. Terminata la Processione fù esposta in chiesa questa Bandiera, e poscia fù attaccata al di sopra del Capitelo della colonna in faccia al Pulpito. V’è in detta bandiera il motto seguente: Sub umbra alarum tuarum protege nos”.
“Questo è un libro di parte - si riporta nel risvolto di copertina - ci sono centinaia e migliaia di libri a sostegno di Napoleone scritti da autorevoli storici, prestigiosi docenti universitari, lucidissimi intellettuali che dall’alto della loro sapienza, autorevolezza ed imparzialità ci impongono di omaggiare Napoleone. Questo è un libro di parte che presenta Napoleone con il suo vero volto di tiranno liberticida. Un libro che racconta la lotta dei Veneti e degli altri popoli della Serenissima contro l’occupazione napoleonica. Dalla Lombardia Veneta all’Istria, dalla Dalmazia alle Isole Ionie, i popoli della Serenissima si sono ribellati all’invasore nel nome di San Marco”.
E’ sufficiente scorrere l’indice per rendersi conto del contenuto del libro: le devastazioni dei francesi e la disperata resistenza nel nome di San Marco anche da parte delle plebi rurali. Non può che rivivere il ricordo degli “insorgenti criminali”, come furono chiamati e delle gesta del “prete infame”, don Carlo Giocoli che corseggiava lungo il Po, e degli insorti che nella notte e nel giorno del 9 luglio del 1809 entrarono ad Adria, scoprirono la statua della Vergine del Rosario, si fecero consegnare denaro dai Ravenna, saccheggiarono la dogana e bruciarono le carte della polizia e della municipalità prima di essere messi in fuga dalla reazione di alcuni cittadini e dall’arrivo di un contingente francese.
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