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Pronto a rinascere il monastero del Venda

Sui Colli Ruganei

Pronto a rinascere il monastero del Venda

Là, dove la pianura si increspa nei giganti silenziosi dei Colli Euganei, sta per tornare a brillare il faro che, per secoli, fu approdo sicuro di pellegrini. Rinasce il Monastero olivetano del Monte Venda, il luogo legato alla storia degli olivetani di Lendinara e San Bortolo di Rovigo. Sarà la connotazione ascetica, eppure lì si respira un vero silenzio, lo sanno bene tutti coloro che, o per un’escursione, o per esservici capitati in una messa all’aperto, hanno avuto modo di entrare nelle rovine dell’edificio dedicato al santo battezzatore, rimanendo travolti da un’aura difficile da descrivere.

La stessa sensazione che provò in visita anche il marito di Mary Shelley forse. Dalla soppressione settecentesca alla rovina ottocentesca, quello che fu un tempo il complesso benedettino più importante della corona euganea padovana e rodigina, è ponto a rivedere i suoi corridoi, la sua chiesa.

Il progetto, portato avanti dalla fondazione Monte Venda ets (proprietaria del sito), attualmente guidata dal presidente Enrico Maria Conte, ora è pronto a ripartire. È infatti al marzo scorso che risale l’inizio dei ragionamenti sulle proposte di ricostruzione dell’enorme struttura grazie alla mostra “Monte Venda e la figura perduta del monastero” inaugurata nei locali del MuCe – Museo dei Colli Euganei, insieme Iuav di Venezia.

È proprio da qui che la fondazione rilancia l’avvio del progetto mirato anche al reinserimento di una comunità religiosa che possa riappropriarsi degli spazi sacri e tenere viva, acanto all’accoglienza turistica e all’attività culturale, l’essenza di preghiera millenaria. Un’impresa, per quanto lunga - vista la condizione del sito e la vicinanza con l’attiguo comprensorio dismesso dell'Aeronautica militare, già base Nato - che guarda all’inestimabile valore del restaurare un bene fondato, secondo la tradizione verso l'anno 1100 da sant’Adamo da Torreglia. Nel 1380, su nomina vescovile vennero invitati gli olivetani di Monte Oliveto. Fu proprio per la vicinanza con Rovigo, e l’aiuto del potente abate generale della famiglia Roverella, che quest’ultimi arrivarono a prendere in gestione anche l’ex convento degli umiliati facendolo diventare il San Bortolo che oggi conosciamo bene. Da lì, nella seconda metà del ‘500, si stabilirono anche nelle neonata chiesa del Pilastrello a Lendinara, dove ancora oggi risiedono.

Nel 1771, come nel caso dell’abbazia di Lendinara, il monastero del monte venne soppresso per un provvedimento della Repubblica di Venezia, tutto cadde in rovina. Piccoli interventi negli anni ’80 ma se oggi è stata possibile la manutenzione e il decoro, lo si deve al gruppo dei volontari provenienti da tutto il Veneto, e anche dal Polesine. Per contribuire e informarsi sul progetto è possibile prendere contatto al numero +39 348 220 8484 e scrivendo all’indirizzo e.conte@toropadova.it

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