Unione in vista per l'Ulss 18 e 19. Con l'anno nuovo saranno unificate.
ROVIGO - Una Ulss unica per tutta la provincia e un’assistenza sempre più diffusa su tutto il territorio. E’ questo il futuro verso cui sta andando la sanità polesana.
“Nel disegno di legge - spiega il direttore generale dell’Ulss 18 Arturo Orsini - il riferimento temporale per l’unificazione delle due aziende sanitarie è il primo gennaio 2016”. Con l’arrivo dell’anno nuovo quindi l’Ulss 19 di Adria e l’Ulss 18 di Rovigo potrebbero sparire, per lasciare posto all’Ulss 4 Polesana. “In realtà cambierà molto poco - racconta Orsini - perché già da tre anni stiamo lavorando per raggiungere questo obiettivo. Abbiamo già unificato diverse cose come il sistema informatico, il Cup, il 118 e l’anatomia patologica. Ora stiamo unendo anche i laboratori. Non sarà quindi una fusione traumatica”.
Anzi, secondo il direttore generale dell’Ulss 19 Pietro Girardi, l’unificazione porterà dei vantaggi immediati: “Oggi, per esempio, il reparto di radiologia dell’ospedale di Adria non ha un medico di guardia la notte, così i casi non urgenti devono aspettare. Con l’unione delle Ulss si potrà mandare subito l’immagine all’ospedale di Rovigo, dove un dottore effettuerà la lettura e darà una risposta”.
“Un altro problema che verrà affrontato nel 2016 è quello del ruolo degli ospedali di Adria e di Trecenta - spiega il direttore generale dell’Ulss 18 - che dovranno ricoprire un ruolo complementare a quello di Rovigo. Grandi cambiamenti non ci saranno, se non in meglio. Trecenta si è già specializzato nella riabilitazione neurologica, nella medicina integrata e poi metteremo dei letti per dar vita ad un ospedale di comunità”.
Insomma il modello verso cui si sta andando è quello di un hub provinciale affiancato da dei servizi molto diffusi nel territorio. “Già adesso l’ospedale di riferimento dell’intera provincia è quello di Rovigo - dichiara Orsini - ma la provincia è molto lunga, quindi diventano fondamentali i servizi sul territorio”. “Stiamo andando verso una sanità sempre più deospedalizzata - aggiunge Girardi - dove diventano sempre più importanti gli ambulatori territoriali, la telemedicina e i medici di base”.
Un sistema che può offrire una risposta ad una problematica che nei prossimi anni si farà sentire sempre di più: l’innalzarsi dell’età media della popolazione. “Il Polesine ha tre punti percentuali in più rispetto a Padova per quanto riguarda il numero di anziani - rivela Orsini - per questo bisogna pensare ad una medicina diffusa sul territorio, a reparti di medicina integrata e ospedali di comunità. Quest’ultimi sono dei posti letto dove i pazienti possono essere ospitati finita la terapia, per rendere più graduale il passaggio verso il ritorno a casa. Molte famiglie infatti hanno il problema di come fare ad assistere i loro parenti anziani subito dopo che sono stati dimessi dall’ospedale”. “In futuro - aggiunge il direttore generale dell’Ulss 19 - ci saranno sempre meno posti letto per pazienti acuti mentre verrà incrementata l’assistenza territoriale”.
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