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Elemosina ai profughi, i sindaci stanno con Bobo

Immigrati

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Questuanti nelle città polesane

Trombini, Vitale, Rossi e Viaro stanno con Barbujani: "Adottiamo ordinanze anti-accattonaggio". Proposta choc di Munari, capogruppo Lega Nord a Cavarzere: "Multiamo chi fa l'elemosina".
Quello che ha detto il sindaco di Adria Massimo Barbujani, invitando i suoi concittadini a non fare l’elemosina agli immigrati che girano per la città, è quello che pensano molti sindaci della provincia di Rovigo.



In special modo quelli che hanno a che fare maggiormente con questuanti durante i giorni di mercato o quando vengano organizzate manifestazioni pubbliche. Se Marco Trombini, sindaco di Ceneselli e presidente della Provincia di Rovigo, parte dal principio che lui stesso no dà mai niente a nessuno e “se posso fare del bene lo faccio in modo mirato”, Luigi Viaro, sindaco di Lendinara, è più radicale e invoca una ordinanza anti-accattonaggio in ogni comune del Polesine “e che la si faccia rispettare”. La stessa ordinanza è stata il primo provvedimento che Giovanni Rossi, neoeletto sindaco di Badia Polesine, ha emesso appena insediato: “E’ un problema di sicurezza reale, al di là di ogni speculazione”. Franco Vitale, primo cittadino di Rosolina, invece punta il dito sulle cooperative che gestiscono i richiedenti asilo “è loro il compito di educarli e la responsabilità di controllarli”.



Un comune dove l’ordinanza anti-accatonaggio non è stata approvata è Cavarzere. “L’abbiamo portata in consiglio lo scorso anno come Lega Nord, ma l’abbiamo votata solo noi e non è passata” il commento del capogruppo consigliare Pierfrancesco Munari. “La nostra proposta è stata cassata dal sindaco Henri Tommasi e dalla sua maggioranza dicendo che comunque il regolamento di Polizia locale lo prevedeva già - aggiunge Munari - la verità è che si vieta il bivacco ma non l’accattonaggio. E da un anno a questa parte da due tre persone ogni venerdì, oggi sono almeno una quindicina che girano per il mercato. Ci sono quelli che arrivano da Conetta in bici, rigorosamente rubata visto che i furti delle due ruote nell’ultimo anno si sono moltiplicati, e rubano i vestiti dei poveri dai bidoni gialli, e altri che arrivano in corriera da Padova, in due turni differenti”.



“Dare l’elemosina a queste perone va ad oliare un sistema di malavita organizzata - conclude Munari riferendosi ai ‘pendolari’ della questua - bisognerebbe multare chi fa loro la carità. E bisognerebbe pure eliminare dal suolo pubblico i cassonetti della raccolta dei vestiti, trovando un altro metodo di raccolta, magari in una struttura adeguata”.



Il servizio in edicola nella Voce di domenica 27 agosto
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