ROVIGO - E' stato uno spettro che per settimane si è aggirato a Borsea ed in particolare nella zona dell'Interporto. E anche se alla fine l'ipotesi di realizzare un cementificio nella periferia del capoluogo a una manciata di chilometri dalla frazione alle porte della città sembra tramontata, l'attenzione dei cittadini di Borsea e dell'omonimo comitato resta alta perché la parola “fine” non è ancora stata messa in modo definitivo. Tutto risale agli inizi di maggio, quando la ditta Trentin Ghiaia srl di Conegliano ma proprietaria di uno spazio all'Interporto ha presentato in Provincia di Rovigo la domanda di assoggettabilità alla Valutazione di impatto ambientale (Via) di un progetto per realizzare “un impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi prodotti da terzi finalizzato alla produzione di aggregati riciclati, materiali per sottofondi e rilevati e conglomerati bituminosi, con annesso impianto di produzione calcestruzzo”. Già allora il Comitato dei cittadini di Borsea aveva levato gli scudi per opporsi al nuovo insediamento ma a mettere i paletti è stata poi la stessa Provincia stessa che, attraverso una determina del 18 agosto, firmata dal dirigente Vanni Bellonzi, ha decretato la “non conformità con gli strumenti di pianificazione comunale e provinciale”. In pratica il dirigente dell'area Ambiente di Palazzo Celio ha sì firmato per assoggettare a Via il progetto ma raccomandando “alla ditta, la preliminare soluzione dell'incongruenza urbanistica con il Comune prima dell'attivazione della procedura”. Nel documento si riporta come, “complessivamente si prevede la realizzazione di un centro polifunzionale finalizzato alla produzione di diversi prodotti (aggregati riciclati, conglomerato bituminoso, calcestruzzo) contribuendo alla valutazione degli impatti cumulativi” e che questo “avrebbe una capacità lavorativa complessiva di 660mila tonnellate l'anno, di cui 100mila di aggregati riciclati, 60mila di conglomerati bituminosi e 500mila di calcestruzzo, rispetto alla potenzialità di 150mila tonnellate l'anno inizialmente previste nel progetto presentato al Comune di Rovigo per la produzione di conglomerato bituminoso senza trattamento di rifiuti”. Il comitato provinciale per la Via si è riunito il 19 giugno e il 9 agosto. E, secondo le sue conclusioni “non si ravvisano condizioni favorevoli alla realizzazione di nuovi impianti di recupero rifiuti che comportano anche consumo di suolo ed i cui impatti devono eventualmente essere valutati cumulativamente, alla luce degli insediamenti (produttivi e di gestione rifiuti) esistenti nell'area vasta interessata”. Benché i paletti posti siano stati numerosi, il “no” all'impianto, però, non è ancora definitivo e solo nelle prossime settimane si decideranno le sorti del progetto...
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