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La storia dei baci nelle canzoni

Rovigo

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Domani alle 18 l’Accademia dei Concordi ospiterà la presentazione del saggio “Per un bacio d’amor. I baci nella canzone italiana” di Ranieri Polese.
I baci nella canzone italiana” di Ranieri Polese. Dialogano con l’autore l’avvocato Luigi Migliorini e Antonio Lodo. Ranieri Polese racconta nel suo libro la storia della più dolce delle effusioni nella canzone italiana facendoci ripercorrere un secolo di storia italiana attraverso le canzoni, che da sempre sono il leitmotiv delle coscienze e dei comportamenti individuali e sociali di una nazione: un modo intelligente e spiritoso di riflettere su quello che siamo stati e siamo diventati. Forse aveva ragione il giovane Adriano Celentano quando, nel 1959, cantava “i tuoi baci non son semplici baci”. La storia del bacio nella canzone italiana è infatti complessa: assente nella grande stagione del melodramma ottocentesco, assumerà un posto importante nel teatro dell’opera, raggiungendo con Puccini il massimo della sensualità.


Anche i baci delle prime canzoni italiane, quelle del café chantant, del varietà e dei tabarin sono carnali, fortemente erotici, peccaminosi. Intorno al 1930, tutto cambia: alla radio e nei primi film sonori si lanciano canzoni per persone comuni, che sognano di avere mille lire al mese, una casettina piccola e carina, un matrimonio felice. Niente più amori torbidi, baci e carezze audaci. Si opera una censura che crea un codice che resterà valido per molti decenni. Certo, negli ultimi anni Cinquanta e nel decennio Sessanta ci si bacia ancora tanto, ma col tempo si fa strada un linguaggio molto più esplicito. Insomma, non ci si bacia più: si fa l’amore.
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