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"Caporale in gonnella", arriva l'assoluzione

La sentenza

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Il pm aveva chiesto 6 anni e 8 mesi di carcere per una 32enne marocchina che avrebbe sfruttato connazionali come braccianti nelle campagne del Delta. Ma secondo il giudice il fatto non sussiste.
E' stata assolta la 32enne marocchina accusata di caporalato nei confronti di una decina di connazionali. La donna era titolare di una cooperativa di Rosolina ma secondo la Procura, nel periodo compreso tra gennaio e giugno del 2013, avrebbe esercitato intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.



Nell'udienza di oggi pomeriggio (31 ottobre) il pm aveva chiesto una condanna pesante a 6 anni e 8 mesi di carcere. Secondo l'accusa infatti la donna avrebbe reclutato almeno una decina di immigrati per poi costringerli a lavorare come braccianti stagionali nelle campagne del Basso Polesine in condizioni igieniche degradanti e con orari massacranti.



Ma il giudice Silvia Varotto del Tribunale di Rovigo ha letto una sentenza di assoluzione perché il fatto non sussisterebbe, accogliendo la richiesta della difesa. L'avvocato difensore, durante la sua arringa ha sottolineato il fatto che i presunti lavoratori sfruttati avevano fornito versioni contrastanti circa la condizione in cui operavano. Secondo il legale non si sarebbe trattato di sfruttamento ma di un caso di distorsione dell'applicazione del contratto collettivo nazionale per i lavoratori agricoli.

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