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Adescavano clienti per derubarli

Rovigo

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A processo due giovani nigeriane che sfruttavano il loro fascino per riempirsi le tasche. Furto aggravato, rapina e tentata estorsione: ecco le accuse di cui devono rispondere.
Belle e avvenenti, avrebbero sfruttato il loro fascino per ripulire le tasche di uomini di tutte le età. Si è aperto ieri il processo a carico di due giovani nigeriane che, secondo l’accusa utilizzavano la promessa delle prestazioni sessuali soltanto come specchietto per le allodole. In varie occasioni, tra l’agosto del 2009 e l’aprile del 2010, avrebbero sottratto o estorto denaro alle loro vittime.


I fatti risalgono a 7-8 anni fa ma il processo è iniziato soltanto ieri mattina davanti al Collegio del Tribunale di Rovigo, presieduto dal nuovo presidente Angelo Risi. Un “indugio” dovuto a un dubbio sulla competenza della causa, risolto da un pronunciamento della Cassazione, che ha stabilito che a occuparsi del caso non sarà il giudice monocratico, bensì il Collegio, vista la gravità e il numero dei reati contestati. Le due avvenenti nigeriane devono rispondere, innanzitutto di furto aggravato ai danni di un 63enne. Ad aprile del 2010 le due donne, una di 32, l’altra di 28 anni, insieme a una terza complice avrebbero attirato l’uomo nel loro appartamento di San Pio. Qui le ragazze avrebbero iniziato a provocarlo, toccandolo nelle parti intime: tutti preliminari che lasciavano presagire un incontro ben più “piccante”.



Il servizio completo sulla "Voce" di venerdì 10 novembre.
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