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Una minaccia orbitante sul Polesine

L'allarme

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Stazione spaziale cinese in tilt: zona rossa sulla Romagna, ma potrebbe estendersi anche al di qua del Po. La Protezione civile: “Pezzi del modulo cadranno sull’Italia tra il 28 marzo e il 4 aprile”.
Gli occhi di astrofili, astrofisici, e italiani sono puntati al cielo dopo la diffusione della notizia del rientro “incontrollato” della stazione spaziale cinese Tiangong 1, nell’atmosfera terrestre.



Sembra, infatti, che ad essere interessato dalla possibile caduta di frammenti del satellite possa esserci anche il Polesine. Attraverso una circolare, la Protezione civile informa infatti che “gli eventuali frammenti che resisteranno all’attrito con l’atmosfera - si legge - cadranno nella zona all’interno della fascia” compresa tra il 44esimo parallelo Sud e il 44esimo parallelo Nord.



La parte d’Italia interessata ha il proprio epicentro in Romagna. L’allarme quindi è stato lanciato al di là del Po, ma a poche decine di chilometri dalla provincia di Rovigo. Visto però le dimensioni del fenomeno di cui stiamo parlando, anche il Polesine potrebbe dunque rientrare nella zona “rossa”.



“L’Italia è coinvolta nel monitoraggio attraverso l’Agenzia spaziale italiana - sottolinea la nota - il cui compito è tenere sotto controllo, il decadimento della stazione”. Per farlo, è stato coinvolto il centro di Geodesia Spaziale di Matera, e la caduta di frammenti potrebbe avvenire tra il 28 marzo e il 4 aprile.



Tiangong 1, in mandarino Palazzo Celeste, è il primo modulo sperimentale cinese ad essere stato lanciato, nel 2011, dal centro spaziale di Jiuquan nel deserto di Gobi. Il ritorno era previsto nell’Oceano Pacifico, ma qualcosa è andato storto: due anni fa, infatti, è iniziata una lenta e progressiva discesa della stazione in modo incontrollato.



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