ROSOLINA - "Franco Vitale non può fare il sindaco di Rosolina. E deve essere dichiarato decaduto". Lo affermano tre consiglieri comunali, con una segnalazione al Prefetto di Rovigo Enrico Caterino, al presidente del consiglio comunale di Rosolina e ai consiglieri comunali. Documento inoltrato anche al sindaco stesso. Autori della segnalazione, i consiglieri Pako Massaro, Chiara Paganin e Nicolò Crivellari, rappresentanti dell'opposizione in consiglio comunale. Secondo la loro ricostruzione, infatti, il fratello del sindaco, ossia Raffaele Vitale, in qualità di presidente del Cda della società Sep - Società elettrotecnica polesana, sarebbe coinvolto nell'appalto relativo ai "lavori pubblici per il completamento, l'ampliamento e la gestione del complesso cimiteriale, per la durata di anni 25, decorrenti dalla data di sottoscrizione del contratto". Non che il fratello del sindaco sia l'unico appaltatore, questo deve essere chiaro sin da subito, dal momento che si tratta di un affidamento estremamente complesso, con un iter altrettanto complesso. Allo stesso modo, deve essere chiaro che non si paventano reati o favoritismi di alcuni tipo. La questione è di ordine del tutto differente, riguardando unicamente la possibilità del sindaco di mantenere la propria carica in questa situazione. E' il 21 luglio del 2006 - secondo la ricostruzione contenuta nella segnalazione - quando il Comune di Rosolina affidata alla Ati, ossia Associazione temporanea di imprese, formata da Impresa Funebre Ferrari marco, Sep - Società elettrotecnica polesana, e ingegner Marco Ferro, la concessione. La Ati si trasforma poi in società di progetto, l'agosto successivo, con nuovi partecipanti, ma con la maggioranza relativa detenuta da Sep, al 49%. Il fratello del sindaco, quindi, secondo questa ricostruzione, ha un ruolo di peso nella società di progetto. Ruolo che confligge, secondo questa impostazione, con quello del fratello che guida l'amministrazione comunale. La segnalazione alla Prefettura infatti prosegue poi citando l'articolo 61, comma secondo, del Testo unico sugli enti locali, secondo il quale "non possono ricoprire la carica di sindaco o di presidente della Provincia coloro che hanno ascendenti o discendenti, ovvero parenti o affini fino al secondo grado che coprano nelle rispettive amministrazioni il posto di appaltatore di lavori o di servizi comunali o provinciali o in qualunque modo loro fidejussore". Casistica che, secondo i tre consiglieri comunali firmatari del documento, si attaglierebbe bene al caso di specie. "Questa situazione - prosegue il documento - è vieppiù aggravata dal fatto che il sindaco Franco Vitale e il fratello Raffaele Vitale partecipano, apparentemente su fronti opposti, a riunioni aventi ad oggetto l'attuazione dell'appalto". La segnalazione si chiude con la richiesta che gli enti preposti contestino la incompatibilità al sindaco, dichiarandone la decadenza.
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