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RUGBY ROVIGO

La stella che continua a brillare: la festa per i 30 anni dello scudetto più epico

Grande serata di celebrazione per i campioni ed i tifosi che hanno vissuto la finale del campionato 1987/1988

ROVIGO - Per chi c'era un ricordo indelebile. Per chi è troppo giovane un racconto sentito tante volte. Per tutti mitologia sportiva. Tornare indietro, a quei tempi eroici è stato, per chi li ha vissuti rivivere momenti indubbiamente magici. Non fosse altro per i trent'anni in meno sulle spalle. Ma quello scudetto, lo "scudetto della stella" è innegabilmente leggenda: il treno rossoblu, una città in uno stadio, un finale mozzafiato, il guizzo di Brunello, la meta di Ravanelli e il sigillo di Botha, l'esplosione a pochi secondi dalla fine, l'orgoglio Rovigo che domina, diverte e si compiace. E trent'anni dopo c'è ancora voglia di ricordare quei momenti intensi. Chi non c'è più, chi è lontano da Rovigo e chi, in qualche modo, ha quei momenti scolpiti nella memoria perché anche solo urlando dalle tribune del Flaminio sa di aver contribuito all'impresa divenuta epica. Così la città si è stretta intorno ai suoi Bersaglieri per celebrare lo "scudetto della stella". Grandi emozioni e qualche lacrima di commozione hanno segnato la festa del trentennale della Colli Euganei Rugby Rovigo 1987/88 campione d'Italia. Per la decima volta nel campionato italiano di rugby e nella storia rossoblu che valse, appunto, la stella. E i rodigini non si sono lasciati scappare l'occasione, divisa in vari momenti, di celebrare i campioni protagonisti di quel titolo. La prima parte delle celebrazioni si è svolta infatti in sala consiliare a Palazzo Nodari, alla presenza del sindaco Massimo Bergamin, del presidente del consiglio Paolo Avezzù, della giunta comunale e del presidente della Provincia Marco Trombini. Un momento "istituzionale" durante il quale i protagonisti di quel titolo hanno ricevuto un attestato, una maglia ed una cravatta rossoblu celebrativa, consegnate dal sindaco Massimo Bergamin, dal presidente della Provincia, Marco Trombini, e dal presidente della Rugby Rovigo Nicola Azzi. Presenti anche i sudafricani Tito Lupini e Gert Smal (LEGGI ARTICOLO), assieme ai compagni di quella leggendaria cavalcata con 24 successi su 28 partite. Uno scudetto conquistato per la prima volta dopo i play-off con il successo in rimonta 9-7 sul Benetton Treviso, grazie alla meta allo scadere di Ravanelli. “È un grande orgoglio - ha detto il primo cittadino - e un’emozione poter essere qui a celebrare il glorioso percorso della Rugby Rovigo. Il rugby è patrimonio identitario della città e del territorio, che ci distingue nel mondo. Sono molto contento anche di essere stato il primo cittadino nell’ultimo scudetto, conquistato dopo ventisei anni. La città è con voi, un abbraccio. Siamo tutti bersaglieri”. Alle sue parole hanno fatto eco quelle del presidente Trombini: "Io non ho seguito quella finale alla tv o alla radio ma me la raccontò minuto per minuto una figura leggendaria come Giovanni Raisi, al quale intitoleremo presto la palestra di Ceneselli. Con quella vittoria è stato dispensato un sentimento oggi sempre più raro, quello della felicità e chi dà felicità va ringraziato sempre". Nicola Azzi, presidente della Rugby Rovigo Delta ha commentato: "È un titolo conquistato con sudore, dignità, orgoglio e che quindi deve essere ricordato e che ricorderemo nel migliore dei modi con l’istituzione del museo della storia del rugby rodigino allo stadio. Slegare due parole come rugby e Rovigo è praticamente impossibile per il legame indissolubile che esiste". Spazio, poi, a Marzio Innocenti, presidente del Comitato Regionale Veneto che ha sottolineato: "Il Rovigo del 1988 è l’orgoglio del rugby veneto ed è strana la vita a pensare di essere qui con voi ora, visto che ero un avversario sul campo allora e soprattutto visto che ho vinto tanti scudetti, ma forse ricordo più quello che ho perso. Avevo capito sarebbe finita la nostra striscia del Petrarca e pensavo dovesse vincerlo il Rovigo quel titolo. Quella sera ero a Roma e a cena poi sono stato proprio con Naas Botha e altri ed ero contento della vittoria di Rovigo. Poi quello scudetto arrivò in pieno stile Rovigo-Petrarca, con una meta negli ultimi secondi". Tra numerosi applausi è intervenuto anche Giancarlo Checchinato, presidente della Colli Euganei Rugby Rovigo 1987/88: “Sapete quanto sono emozionabile. Da che parte posso incominciare, ci sono talmente tante emozioni, ricordi e pensieri. Sei mesi fa sono stato a Rovigo e a cena con amici abbiamo pensato che erano passati trent’anni e che si doveva organizzare qualcosa a riguardo, una grande festa per i nostri eroi, i nostri campioni. Il treno rossoblu sarà anche arrugginito, ma andava rimesso in moto. Rugby e Rovigo sono passato, presente e spero anche futuro”. Dopo gli interventi, sono state consegnate una serie di targhe ricordo: a Bruna Zuin, moglie di Beppe e madre di Loredano, custode della Rugby Rovigo, Mariangela Goggia, figlia del cavaliere Goggia, Riccardo Brazzorotto, in ricordo di Ugo, segretario della Rugby Rovigo, Tito Lupini, in ricordo del padre Emilio, figura fondamentale per arrivare al tecnico Nelie Smith, Mario Bonvento, capostazione di Rovigo, organizzatore tra gli altri del treno rossoblu, Vittorio Cogo, che per un periodo fu presidente in pectore al posto di Giancarlo Checchinato, Matteo Suriani, figlio di Enrico vice presidente, Daniela Bellinazzo, figlia di Enzo, Nicola Raisi, figlio di Giovanni, Angelo Chinaglia, presidente del Club di tifosi San Sisto. Ricordato anche Antonio Bussatori, il leggendario Tony Manero, presidente della Gioventù Rossoblu, Antonio Cappellini, dirigente, Giuseppe Favaretto, direttore sportivo, Gabriele Breviglieri, dirigente, Sergio Chinaglia, dirigente, Silvano Biscuola e Gino Francato, allenatore e capitano dell’under 17 campione d’Italia del 1988, Pietro Milan, medico. Le maglie celebrative sono state consegnate al sindaco Massimo Bergamin, al presidente Marco Trombini, Bruno Piva, ex sindaco e medico, Susanna Vecchi, fresca di nomina a consigliere Fir (LEGGI ARTICOLO), Marzio Innocenti, presidente Comitato Regionale Veneto, Nicola Azzi, presidente Rugby Rovigo, Andrea Bimbatti, assessore e vicesindaco di Rovigo, e all'assessore comunale Luigi Paulon. Poi la festa si è spostata in piazza Vittorio Emanuele II (dove fin dal mattino fremevano i preparativi) decorata ad hoc per l'occasione e pronta ad ospitare la cena dei campioni in un'area hospitality appositamente predisposta. E qui i rodigini si sono stretti intorno ai Bersaglieri, in una sorta di grande abbraccio colmo di emozione e di gratitudine. Si è ricordato il mitico treno rossoblu,che portò 1.200 persone a Roma per la finale disputata al Flaminio. Dopo cena, i giocatori si sono alternati sul palco tra ricordi e video inediti degli stranieri sudafricani, dello stesso treno rossoblu e, ovviamente, della finale. Conclusione con deejay set, tra applausi, foto e autografi. Quello che resterà comunque è soprattutto una serata magica nel ricordo di una squadra altrettanto fantastica.
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