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L'IMPRESA

Tre rodigini alla conquista di Scilla e Cariddi. A nuoto

Enrico Segantin, Alberto Rosito e Andrea Bordin hanno attraversato lo stretto di Messina

ROVIGO - Cosa spinge tre rodigini, seppur sportivi ed allenati, ad affrontare a nuoto lo stretto di Messina, il punto più stretto del mar Mediterraneo (circa 3,5 chilometri), ma anche il più profondo, raggiungendo quota 3.500 metri di profondità? La passione e il gusto di mettersi alla prova. Così è stato per Enrico Segantin, Andrea Bordin e Alberto Rosito, che domenica scorsa hanno affrontato a nuoto lo stretto di Messina, cimentandosi tra i famosi gorghi di Scilla e Cariddi e portando a termine la loro missione in circa un'ora. "Ho sempre voluto mettermi alla prova sullo stretto di Messina, perché è un sogno che è nato con mio padre - spiega Segantin, tesserato con il gruppo Triathlon Rovigo -. Quando si è presentata l'occasione, quindi, l'ho colta al volo: abbiamo contattato l'agenzia che si occupa di organizzare il tutto e ci siamo iscritti. Non è semplice preparare la traversata: bisogna fermare il traffico delle nevi e delle barche, farsi guidare da un'imbarcazione per fronteggiare le correnti, non farsi intimorire dalla profondità e dalle meduse. Ma alla fine è andata ed è stata un'emozione spettacolare". Andrea Bordin non è tesserato con alcuna società, ma è sempre stato un nuotatore e ha preparato l'impresa da solo: "Avevo voglia di mettermi alla prova, visto che da un po' di tempo mi ero fermato, così ho iniziato a prepararmi per quest'obiettivo. Abbiamo voluto prendere il tutto con leggerezza per non farci intimorire e devo dire che è andato tutto liscio: nuotare con tre amici immersi in quel panorama è stato bellissimo. Insieme a noi altre 30 persone, con cui abbiamo condiviso un'esperienza indimenticabile. Certo un po' di ansia c'era, ma abbiamo cercato di non pensarci e divertirci". Con loro anche Alberto Rosito, atleta già noto nel mondo del running (tesserato Confindustria) che ha affrontato varie maratone, ma mai il mare aperto: "E' stata la mia prima volta in mare - spiega -. Nuotavo da piccolo, ma poi mi ero fermato, quindi ho dovuto riprendere gli allenamenti e rimettermi in forma. I primi 500 metri avevo paura: non capivo cosa ci fosse sotto di me. Poi a un certo punto non vedi più nulla perché la profondità è troppo elevata e ti lasci trasportare. Forse ho rallentato i miei compagni di avventura, ma devo dire che sono felicissimo di aver provato questa esperienza: il nuoto continuerà a far parte della mia vita, ne sono sicuro. Anche se all'arrivo sono stato punto da molte meduse: ne vale assolutamente la pena".
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