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IL CASO A ROVIGO

"Venerdì arrivano 3,4 milioni per la piccola Eleonora"

Lo assicura il direttore generale dell'Ulss 5 Antonio Compostella

"Venerdì arrivano 3,4 milioni per la piccola Eleonora"
ROVIGO - “Proprio perché conscio della sofferenza patita dalla famiglia sino ad oggi – afferma il direttore generale Antonio Compostella - subito dopo la pronuncia della sentenza del tribunale civile, l’Ulss sta intrattenendo costanti rapporti con le Compagnie assicuratrici Amtrust e Lloyd’s e con i rispettivi avvocati, per ottenere il pagamento diretto da parte delle stesse delle somme riconosciute in sentenza alla mamma e alla bambina, in ragione della condanna alla manleva - in forma immediatamente esecutiva – pronunciata dall’autorità giudiziaria a loro carico; con la forte convinzione che questo pagamento sarà attuato a breve”. Un impegno, quello del direttore generale dell'Ulss 5 Antonio Compostella, che ha già prodotto un primo, importante risultato. "Venerdì 30 novembre - spiega la nota stampa dell'azienda sanitaria del Polesine sul conto dell’Azienda Ulss 5 transiteranno  3,4 milioni di euro, liquidati dall’Assicurazione  come primo step del risarcimento alla famiglia della piccola Eleonora Gavazzeni.  Il denaro sarà poi, chiaramente, girato ai genitori. L’Azienda Ulss 5 ha profuso tutto il suo impegno perché la prima somma giungesse nel più breve tempo possibile". Dopo il servizio de Le Iene, che ha molto scosso il Polesine (LEGGI ARTICOLO), il numero uno della sanità in Polesine ci tiene a ribadire come ci sia tutta l'intenzione di versare alla famiglia della piccola Eleonora quanto dovuto. Eleonora è la bimba venuta alla luce a dicembre del 2008 in ospedale a Rovigo, cerebrolesa e totalmente invalida a seguito di quello che, alla luce di una sentenza di secondo grado penale e di una di primo grado civile, sarebbe stato un errore in sala parto. Ossia, una attesa eccessiva prima di praticare il cesareo, con conseguenti pesantissimi danni alla nascitura. Le Iene erano arrivate in ospedale a Rovigo nei giorni scorsi. A strettissimo giro di posta, il caso era stato portato in Parlamento, con una interrogazione al ministro della giustizia, da Pierantonio Zanettin, ex sindaco di Vicenza e attuale deputato. Una presa di posizione, la sua, che ha incassato immediatamente l’appoggio di altri parlamentari, come le deputate Mariastella Gelmini e Mara Carfagna. Sulla vicenda, come detto, allo stato fanno testo due pronunce. Quella della Corte di Appello di Venezia di aprile, che dopo una assoluzione delle due ginecologhe a giudizio in primo grado, ha ribaltato in secondo la sentenza. Nel senso che ha dovuto giocoforza riconoscere la prescrizione, mettendo tuttavia nero su bianco la penale responsabilità delle imputate, che fa testo per quanto riguarda un risarcimento per il quale è stata disposta una provvisionale, ossia un anticipo, in attesa della definizione in sede civile, di 250mila euro. Somma effettivamente versata, ma immediatamente dileguatasi, alla luce della necessità da parte della famiglia, di onesti lavoratori, di pagare i debiti contratti per erogare, in questi anni, l’assistenza che serve alla piccola, del tutto invalida. E quella del giudice civile di Rovigo che, a settembre, ha riconosciuto il diritto della famiglia a un risarcimento da 5 milioni circa. Somma non ancora pagata. Da qui il blitz delle Iene. Per quanto ci sia da precisare come, poche ore prima del servizio, sia arrivata la notizia della decisione, da parte della compagnia assicurativa, di versare una somma nell'ordine dei 3.354.000 euro (LEGGI ARTICOLO). "La vicenda - conferma Compostella - è relativa alla nascita di Eleonora Gavazzeni, avvenuta il 03/12/2008 presso la U.O. di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Rovigo. Al momento della nascita, Eleonora riportava un’encefalopatia ipossico-ischemica evoluta in paralisi cerebrale, che le ha procurato un danno biologico permanente pari al 100%". "A pochi giorni dalla nascita, a seguito di denuncia/querela del padre di Eleonora, era stato avviato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rovigo un procedimento penale d’indagine, inizialmente contro ignoti e successivamente sfociato nel rinvio a giudizio delle due Ginecologhe, Cristina Dibello e Dina Paola Cisotto, che avevano prestato assistenza alla sig.ra Benedetta Carminati durante il travaglio prodromico al parto". "Alle due imputate era stato contestato di aver ritardato, per negligenza, imprudenza e imperizia, la scelta di procedere al taglio cesareo, in luogo del tentativo di parto per via naturale, scelta che avrebbe con elevata probabilità evitato o significativamente ridotto il rischio di esposizione del feto a meccanismi di asfissia acuta intrapartum produttivi delle lesioni neurologiche successivamente riscontrate, nonostante l'obiettività clinica riconducibile al diabete insulino-dipendente del quale era affetta la madre e i rilievi tococardiografici fossero tali da dover orientare la decisione in tal senso". "Il padre della piccola Eleonora Gavazzeni si era costituito parte civile, chiedendo un risarcimento di circa € 4.000.000,00 ed aveva altresì evocato in giudizio l’Azienda ULSS 18 (ora ULSS 5 Polesana) nella relativa qualità di responsabile civile dei fatti reato contestati alle imputate". "Con sentenza del Tribunale di Rovigo del 12/01/2016 entrambe le imputate erano state assolte dal reato di lesioni colpose gravissime ai danni di Eleonora Gavazzeni, in quanto il Tribunale aveva rilevato come non fosse affatto pacifica la circostanza che il grave danno neurologico riscontrato fosse derivato da insulto ipossico-ischemico originatosi durante il travaglio. Il Tribunale aveva inoltre stabilito che, anche qualora il danno neurologico fosse stato consequenziale all’ipotizzato insulto ipossico-ischemico, non vi fossero incontrovertibili elementi probatori per ritenere che la condotta doverosa omessa o comunque ritardata, con elevato grado di probabilità avrebbe evitato, o comunque anche solo non aggravato, l'evento infausto. La sentenza di primo grado era stata appellata sia dal pubblico ministero che dalla parte civile". "Con il dispositivo della sentenza del 15/03/2018, la Corte d'Appello di Venezia ha riformato la sentenza del Tribunale di Rovigo, accertando la responsabilità penale delle imputate in ordine al reato alle stesse ascritto (art. 590, II comma e 583, II comma, n. 1 c.p.), dichiarando tuttavia di non doversi procedere nei loro confronti in quanto il reato è estinto per intervenuta prescrizione. Inoltre ha condannato le imputate e il responsabile civile Azienda ULSS 5 al risarcimento dei danni cagionati alla parte civile sig. Davide Gavazzeni, da liquidarsi in separato giudizio, disponendo, tuttavia, il pagamento in via solidale di una provvisionale immediatamente esecutiva, del valore di € 250.000,00 nonché la condanna alla rifusione delle spese di parte civile, liquidate per il primo grado in € 8.500,00 oltre accessori e per il grado d'appello in € 3.500,00 oltre spese generali IVA e c.p.a". "L’Azienda sanitaria ha chiesto alla Compagnia Amtrust di provvedere all’immediato pagamento della somma intimata in sentenza, senza che ciò tuttavia avvenisse. La sentenza della Corte d’Appello di Venezia n. 959 del 15/03/2018 è stata quindi ottemperata  dell’Azienda Ulss 5 Polesana, ancor prima del decorso del termine di 120 giorni concesso dall’art. 14 del D.L. 31/12/1996 n. 669, convertito con modificazioni nella legge 28/02/1997 n. 30, mediante il pagamento della somma di € 268.100,08 a favore del sig. Davide Gavazzeni, padre di Eleonora Gavazzeni, in due tranches, la prima in data  02/05/2018 di € 250.0000,00, la seconda in data 09/05/2018 di € 18.100,08, con espressa riserva di successiva ripetizione delle somme versate, oltre a rivalutazione monetaria e interessi legali. Lo scorso 27/06/2018 l’Azienda Ulss ha impugnato in Cassazione la sentenza d’appello". "In merito al parallelo giudizio civile, lo stesso è stato promosso con atto di citazione notificato all’Azienda Sanitaria in data 01/03/2013 dalla sig.ra Benedetta Carminati, madre di Eleonora, e dai quattro nonni della bambina; parti convenute l’Azienda ULSS 5 Polesana (già ULSS 18), le due Ginecologhe Cristina Dibello e Dina Paola Cisotto; terze chiamate la Compagnia assicuratrice Amtrust Europe Limited, che assicurava la responsabilità civile dell’Azienda Sanitaria il 02/02/2010, giorno in cui pervenne la prima richiesta risarcitoria stragiudiziale, e gli Assicuratori dei Lloyd’s, contraenti di una polizza di responsabilità civile con la Dott.ssa Dina Paola Cisotto". "La chiamata in causa di Amtrust Europe Limited era stata chiesta dall’Azienda Ulss perché, dopo avere sempre e regolarmente pagato un consistente premio annuale alla stessa, la Compagnia si era pretestuosamente sottratta dall’adempimento dell’obbligazione di garanzia che le derivava dalla polizza di responsabilità civile a suo tempo contratta dall’Azienda Sanitaria, per un massimale di € 5.000.000,00 per sinistro. Le motivazioni del diniego erano state prontamente contestate dall’Azienda Ulss. L’Azienda Sanitaria aveva inoltre invitato Amtrust a manlevarla sia in occasione della notifica dell’atto di citazione, sia in occasione della propria chiamata quale responsabile civile in sede penale. L’inadempimento di Amtrust era stato inoltre segnalato dall’allora Direttore Generale Dott. Marcolongo alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rovigo". "Il primo grado di giudizio innanzi al Tribunale di Rovigo si è recentemente concluso con sentenza n. 583 del 19/09/2018. La sentenza civile ha condannato in solido l'Azienda ULSS 5 Polesana, Dina Paola Cisotto e Cristina Dibello al pagamento in favore di Eleonora Gavazzeni e di Benedetta Carminati di un risarcimento pari a 4.693.359,34 per la bambina ed € 402.853,79 per la mamma, oltre ad interessi legali dalla data della decisione al saldo nonché alla refusione delle spese legali liquidate in sentenza, ha rigettato le domande dei nonni, ed ha riconosciuto l’operatività delle polizze assicurative contratte con le terze chiamate, per cui ha condannato Amtrust Europe Limited a manlevare l'Azienda ULSS 5 Polesana di quanto pagherà alle attrici Eleonora Gavazzeni e Benedetta Carminati sulla base della sentenza fino al limite della somma assicurata pari euro 5.000.000,00 oltre al rimborso delle spese di lite liquidate in sentenza,  e gli assicuratori dei Lloyd's e Amtrust a manlevare la dott.ssa Dina Paola Cisotto di quanto pagherà alle attrici Eleonora Gavazzeni e Benedetta Carminati sulla base della sentenza fino al limite della somma assicurata di € 1.000.000, oltre al rimborso delle spese di lite liquidate in sentenza. L’Azienda Ulss ha proposto appello alla sentenza del Tribunale Civile". "Vi è inoltre ragionevole motivo di ritenere che, nel corso degli anni, la bambina abbia ricevuto (e stia tuttora ricevendo), come è nel suo pieno diritto, dal Servizio Sanitario pubblico, quei sussidi e quegli ausili di cui necessita (pensione di invalidità, indennità di accompagnamento, carrozzina, cure gratuite, ecc.), pur non potendo darne sicura evidenza, in quanto Eleonora e la sua famiglia, nel frattempo, si sono trasferite in un Comune non appartenente al territorio di competenza dell’Azienda Ulss 5".
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