VOCE
L'INTERVENTO
12.01.2020 - 13:31
Per Venezia l’acqua e la navigazione sono elementi naturali ed esistenziali. Per il Polesine, pur piccola Mesopotamia, restano solo elementi potenziali. Per sfruttare appieno queste potenzialità sono stati spesi negli anni miliardi di lire e miliardi di euro. L’ideazione infrastrutturale risale addirittura a prima secolo scorso. Perché allora tanta lentezza nello sfruttamento funzionale fino a Milano? Sicuramente una causa è da individuare negli interessi della modalità stradale e dell’industria dell’auto. Con quali conseguenze? Restano sottoutilizzate infrastrutture per le quali sono state spese somme sproporzionate in rapporto all’utilizzo reale delle stesse. Anche le prediche e le denunce contro l’inquinamento restano solo sfoghi verso l’indifferenza. E pensare che periodicamente l’opinione pubblica e l’imprenditoria trovano motivo per lamentare l’intasamento di strade ed autostrade. Recentemente, ad esempio, ripetuti sono stati gli intasamenti dell’Adriatica da parte di auto e TIR.
Ciò fa pensare purtroppo al mancato utilizzo della navigazione di cabotaggio tramite le “autostrade del mare” che possono collegare, in piccola parte già collegano, molte realtà delle coste adriatiche con le conseguenti economie. Di chi la responsabilità? Certamente di chi avrebbe le competenze per fare e non fa. Altre conferme negative riguardano la nostra idrovia. Il mancato innalzamento del ponte ferroviario di Rosolina, ad esempio, impedisce da anni l’agibilità piena ai natanti di V classe. Ma anche la mancata realizzazione della progettata Piattaforma a mare ha impedito l’organico ed economico trasbordo delle merci dalle grandi navi alle chiatte. Per non parlare, poi, del mancato utilizzo di oltre 9,7 milioni per la realizzazione di una nave chiamata “Mama Vessel” che avrebbe consentito addirittura il trasporto di chiatte già con carico predisposto alla navigazione fluviale. Perché tutto ciò? Per aspettare la realizzazione dei TIR elettrici? Assurdo in quanto ciò non risolverebbe né il problema dell’inquinamento (batterie) e tanto meno quello dell’intasamento delle strade ed autostrade. Si aggiunga che qualche giorno fa Zaia ha sentenziato che l’idrovia Venezia-Padova dovrà essere ultimata nonostante la sentenza della Corte dei Conti. In Regione si sostiene, inoltre, che l’altra idrovia, Ferrara-Ravenna, avrà competenza per le merci. Il Polesine dimenticato deve dire perciò grazie solo Venezia. Ciò nonostante il bravo Bressanin è riuscito a portare finalmente in attivo il bilancio di Interporto. Ma chi dovrebbe pensare e preoccuparsi delle scelte strategiche fatte? Anche questo, non solo la ZLS, è sviluppo del Polesine.
Gianni Nonnato
Già assessore provinciale alla Pianificazione Territoriale
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